Palazzolo ha immaginato un workshop di “creazione per attori a partire da ciò che significa pazzia, o l’essere pazzi, o essere considerati pazzi, o considerarsi pazzi, e procedere per tentativi di vita che abbiano il vanto di non determinarsi mai in un discorso finito, e che anzi abbiano fatto voto di vastità, onorando tutte le molte possibilità possibili, fino alle impossibilità. E insieme alla pazzia, i fantasmi. Di cui è piena la realtà degli squilibrati, i fantasmi zoppi e ciechi, che hanno smesso di spaventare ma che lo stesso si aggirano rumorosi ovunque si possa, i fantasmi striscianti dalla coscienza lucente, i fantasmi ipocriti e malandrini che fanno sempre ciò che non va fatto, e mai ciò che è convenuto”.
Per cui:
– I personaggi: Come nasce un personaggio; costruzione dei personaggi attraverso i desideri e i conflitti; le dinamiche interne; il destino del personaggio; obiettivo come motore della storia; conflitti interni e conflitti esterni.
– Analisi e struttura: La domanda principale; gli antefatti; il conflitto come motore della storia; la costruzione del personaggio; fabula Vs trama; la struttura; le didascalie del testo.
– La narrazione: Il punto di vista; l’universo del personaggio; monologo Vs soliloquio; il climax e l’anticlimax.
– L’illusione della realtà: I dialoghi; il linguaggio e la lingua; lo stile e la voce; l’eversione necessaria; verità e rappresentazione.
– Gli strumenti del mestiere: I modi dell’attore; segreti e rivelazioni; negazioni e rivendicazioni; anfibologia; il corpo e il sacrificio; la realtà come appiglio; l’ironia come approdo; lo sguardo corale.
Il come:
E per cui gli artisti barbagianni, mi servono, che abbiano a cuore la produzione di pensieri capaci di germinare parole e gesti ed emozioni, che soprattutto siano in grado di gestire le omissioni, di lasciare un discorso aperto, spalancato, poiché sarà compito del pubblico determinare una definizione, fosse pure maldestra, però frutto di quella specie di epifania che è l’immaginazione.
Il quando



Nel 2016 ha pubblicato la raccolta di testi teatrali Iddi – Trittico dell’ironia e della disperazione (Editoria & Spettacolo, 2016), che comprende Ouminicch’ (2007), Letizia forever (2013) e Portobello never dies (2015); e nel 2019 il trittico Santa Samantha Vs. Sciagura in tre mosse (Il Glifo, 2019), che comprende gli spettacoli Lo zompo (2016), Mari/age (2016) e La veglia (2018).
Vincitore del 18° festival internazionale del teatro di Lugano, nel 2016 è stato insignito del premio nazionale della critica (ANCT) per la sua attività di drammaturgo.
Negli anni la sua scrittura è stata oggetto di studio presso diverse università italiane e europee, con approfondimenti monografici e tesi di laurea.
Per la narrativa ha scritto le novelle L’ammazzatore (Perdisa Pop, 2007) e Concetto al buio (Perdisa Pop, 2010), e i romanzi Cattiverìa (Perdisa Pop, 2013), La vita schifa (Arkadia Editore, 2020), proposto da Giulia Ciarapica per il Premio Strega 2020, e Con tutto il mio cuore rimasto (Arkadia Editore, 2021), proposto da Alberto Galla per il Premio Strega 2022.
Nel cinema ha lavorato con Marco Bellocchio ne Il Traditore e con Grassadonia e Piazza in Iddu – L’ultimo padrino.
