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Cronaca

Indagine della GdF per presunta tentata concussione e corruzione, agli arresti domiciliari l’ex deputato Catalfamo e la dirigente medico Paratore. Note Di Paola (M5S) e Cisal

L’ex deputato all’Ars nella precedente legislatura e transitato di recente dalla Lega a Forza Italia

 Con l’accusa di tentata concussione e corruzione, i finanzieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato l’ex deputato regionale, Antonio Catalfamo , e la dirigente medico, Francesca Paratore, in servizio presso il noto nosocomio siciliano. Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Di Paola (M5S): Fuori politica da sanità. Serve riforma del sistema

 Sono, in totale, quattro gli indagati dell’inchiesta. A suo tempo sono state infatti iscritte nel registro degli indagati altre due persone: l’attuale assessore alla Cultura di Barcellona Pozzo di Gotto, l’avvocata Angelita Pino, e il giornalista milazzese Santi Cautela, che in atto cura l’ufficio stampa dell’ospedale Papardo. Nei confronti di questi ultimi due non è stata però richiesta dai magistrati della procura peloritana alcuna misura cautelare al gip, ma hanno ricevuto dalla Finanza un’informazione di garanzia. La Procura ipotizza due vicende di corruzione diverse per Cautela e la Pino. Nel primo caso la Paratore su input dell’on. Catalfamo nel marzo del 2022 si sarebbe adoperata, a quanto pare,  per far assegnare al giornalista una borsa di studio da 16mila euro come esperto di comunicazione. Nel secondo caso, e siamo a gennaio 2022, ma è solo un tentativo di corruzione, con lo stesso schema tra l’on. Catalfamo e la Paratore, quest’ultima si sarebbe adoperata per far assegnare all’avv. Pino, all’epoca consigliera comunale a Barcellona, un incarico legale remunerato con 15mila euro, in cambio dell’adesione della Pino al movimento politico “Prima il territorio”.

“Il presunto coinvolgimento di un ex deputato regionale nell’ambito di un’inchiesta che lo vedrebbe protagonista, insieme ad altri soggetti, di un episodio di tentata corruzione e concussione, è la palese dimostrazione del fatto che la politica e la sanità devono seguire binari totalmente separati”. A dichiararlo è il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola a proposito dell’inchiesta giudiziaria all’ospedale Papardo di Messina che vede coinvolti, tra gli altri, una dirigente e un ex deputato regionale. “Quella degli scandali nella sanità siciliana – sottolinea Di Paola – è una storia infinita. Serve una riforma che tenga fuori la politica dalla sanità. I fatti di stamattina sono l’ennesima triste conferma di quello che ripeto dai tempi della recente campagna elettorale. I siciliani sono stufi di subire tali ruberie e ricevere un’assistenza sanitaria a dir poco scandalosa. La Sanità pubblica deve rispondere alle esigenze dei cittadini e non ad interessi particolari”- conclude il deputato.

Nota della Figec Cisal a firma di Graziella Lombardo

Quanto sta emergendo dall’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l’ex deputato all’Ars Antonio Catalfamo per episodi di corruzione e tentata concussione è grave e impone più di una riflessione anche nel mondo del giornalismo dove credibilità e rispetto rigoroso delle regole deontologiche non possono essere messe in discussione.

E’ quanto sostiene la Figec Cisal (Federazione italiana giornalismo editoria e comunicazione) dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati anche del giornalista Santi Cautela che ci auguriamo riesca a smontare le accuse che gli vengono rivolte, come quella di lavorare per il politico di turno con compenso a carico di un ospedale pubblico grazie a contiguità che gli avrebbero  permesso di ottenere una borsa di studio da 16 mila euro come esperto di comunicazione.

Di certo il bando oggi contestato dai magistrati è stato oggetto anche di richiesta di chiarimento ai vertici dell’ospedale Papardo da parte del sindacato dei giornalisti che ne ha evidenziato le opacità insieme ad una serie di anomalie nella gestione dell’ufficio stampa non sempre tenuto nella giusta considerazione dalle amministrazioni pubbliche.

Una situazione quella degli enti che non si dotano di ufficio stampa con regolare concorso che se reiterata rischia di essere letale per la professione, che mortifica talento e sacrifici dei giornalisti senza padrini né padroni ma anche dei cittadini destinatari ultimi di un servizio pubblico di informazione costituzionalmente garantito.

Per questo la Figec è in prima linea sulla necessità di garantire la massima trasparenza e ha avviato già ad aprile una serie di interlocuzioni con i manager delle aziende ospedaliere Irccs-Piemonte e Papardo, che proprio alla luce delle interlocuzioni intercorse hanno avviato le procedure per bandire regolare concorso pubblico a copertura degli uffici stampa e nel rispetto della legge e del contratto collettivo.

 

Messina, 4 luglio 2023

 

 

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