Un clima familiare, intimo, fondato sull’essenzialità, sull’affetto, sulla stima, sulla valorizzazione dei talenti, sulla condivisione e sulla solidarietà sono gli elementi che hanno caratterizzato la “Pasqua dell’arbitro” messinese di lunedì 25 marzo, iniziativa tanto desiderata. Dai soci. Un’intensa liturgia, carica di significato, ha riunito attorno al nostro caro Vescovo Mons. Cesare Di Pietro tanti giovani arbitri e le loro famiglie, proprio perché l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) rappresenta per ogni sportivo la “Famiglia delle famiglie”, accomunate da ideali sportivi, religiosi, solidali, da stili di vita e forti legami di amicizia. Nella vita, come in un campo di calcio, la lealtà e l’amicizia sono valori fondamentali e l’AIA li coltiva con tanta cura, anche attraverso la proposta di eventi extrasportivi che coinvolgono gli associati e le loro famiglie. Con le parole: “Lo sport, espressione d’amicizia e di vicinanza attorno a delle regole del gioco che non devono essere incrinate e sporcate dalla conflittualità” il Vescovo, durante la Santa Messa, attraverso sapienti collegamenti con il Vangelo del giorno, ha incoraggiato i giovani professionisti della Sezione Aia di Messina a vivere il loro impegno calcistico con la massima dedizione, come dono gratuito di sé, sentendosi uniti da forti legami di amicizia e di fraternità, che consentono di essere promozionali anche davanti alle fragilità che si possono riscontrare in campo. Da qui, l’invito a rinnovare l’impegno sportivo alla luce dei valori della solidarietà e della condivisione e, non a caso, la “Pasqua dell’Arbitro” per gli associati è stata anche occasione propizia per donare dei viveri da recapitare ad alcune famiglie indigenti della città, seguite dal gruppo ecclesiale “Padre nostro…Padre di tutti”, con il quale l’AIA da una decina d’anni ha instaurato un rapporto di collaborazione solidale.
Maria Pia Bonanno
