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“Vogliamo l’Acqua nel rubinetto: non il Ponte sullo Stretto!”

Il 10 agosto tutti in piazza per dire NO ad un’opera che non è per il territorio, ma è una vera e propria occupazione del territorio

Si è tenuta questa mattina nella sala Ovale di Palazzo Zanca, alla presenza dei rappresentanti dei comitati,  la conferenza stampa di presentazione della Manifestazione del 10 Agosto per ribadire il NO, convinto, al Ponte, un’opera da loro ritenuta non necessaria e che già rischia di impattare pesantemente sul nostro territorio e per rilanciare sulla chiusura della società Stretto di Messina spa, che diventa sempre più una macchina mangia soldi.
Ad introdurre l’incontro con i giornalisti il coordinatore dei comitati Gino Sturniolo, il quale ha ribadito: Il cronoprogramma del Ponte sullo Stretto si è infranto sulle osservazioni presentate dal Ministero dell’Ambiente e sulle criticità fatte emergere dal Comitato scientifico della stessa Società concessionaria. Si sono dovuti prendere più tempo e rimandare l’avvio dei cantieri al 2025.
Sembrava una buona notizia, ma, in realtà, il Governo ha utilizzato questo tempo per mettere in
cantiere due provvedimenti normativi di estrema gravità: il Decreto Infrastrutture e il Disegno di
legge sicurezza.
Questi due provvedimenti normativi rappresentano il pericolo vero per il nostro territorio e disegnano insieme un vero e proprio modello, che in futuro potrà essere applicato in svariati contesti. Con il ddl sicurezza, infatti, si minaccia un aumento considerevole delle pene per reati che hanno a che fare con le lotte contro le Grandi Opere e si trasforma la natura stessa dei reati, caricando di parecchi anni di carcere anche pratiche che hanno a che fare con atti di disobbedienza o con la volontà di volere fermare lo scempio che viene annunciato sul proprio territorio.
È nella volontà esplicita di terrorizzare le popolazioni, secondo Sturniolo, che si nasconde la ragione, 
nascosta, di questo atto normativo.
Il Decreto infrastrutture contiene, invece, davvero l’uovo di colombo per il processo di cantierizzazione. La consapevolezza, che abbiamo sempre avuto, che l’obiettivo vero non fosse (o non fosse immediatamente) la costruzione del manufatto, ma il prolungamento all’infinito dell’iter progettuale e dei lavori di costruzione, viene esplicitata da un provvedimento che dà adesso la possibilità di approvare il progetto esecutivo per fasi (quello che abbiamo chiamato progetto spezzatino).
A parte l’irrazionalità di una norma che consente di avviare cantieri per opere per le quali non si ha la garanzia di completamento a causa dell’assenza di un progetto esecutivo unitario, si introduce un meccanismo che fa perdere di vista lo stesso quadro economico complessivo.
Anche per questo bisogna essere in piazza il 10 agosto. Per dire che non ci faremo intimorire. Per dire che difenderemo il nostro territorio. Per dire che il buon senso deve vincere contro l’arroganza e la volontà di sopraffazione. Per dire che non regaleremo il nostro territorio ai predoni.
In Sicilia, continua Domiziana Giorgianni, si perde un’ingente quantitativo d’acqua  e la nostra Regione invece di investire su questo investe un’ingente quantità di denaro nell’opera del Ponte.

Fra gli altri interventi, quello della professoressa Ivana Risitano, la quale ha sottolineato la necessità di cambiare atteggiamento nel raccontare la causa del Ponte. In particolare ha detto la professoressa, mi sono ritrovata a parlare con persone del nord Italia di questa grande opera che loro vedevano come una ricchezza per noi e per il nostro territorio. Ho esposto tante argomentazioni a favore del no e penso anche di averli convinti, ma poi ho capito che per loro la nostra vera motivazione era, con tutti i problemi che abbiamo, possiamo anche pensare al ponte. Allora ho capito che dobbiamo cambiare prospettiva e anche il modo di raccontare la nostra visione. Il problema del Ponte è un problema di tutti e di cui tutti siamo schiavi. Un’altro stimolo per il mio No al Ponte mi è venuto, guardando lo spettacolo delle tartarughine che lentamente entrano in mare. Questo spettacolo della natura ci fa capire come bisogna andare piano nelle cose. Inoltre, non ultimo il figlio di una coppia di amici che vivono a Milano, Leonardo 6 anni che ogni volta che viene qui non smette di trasmettermi il suo amore verso il nostro mare, che si porta fino a casa sua al nord. Dobbiamo, conclude la Risitano, valorizzare l’amore per il territorio.

Stanno aumentando i No Ponte, sottolinea poi Biagio Bonfiglio. Sta, infatti, proliferando l’opposizione a questa grande opera, perché non è un qualcosa a favore del territorio, ma si tratta di una vera e propria occupazione di esso e ciò non è tollerabile.

Tante volte ci ritroviamo sempre gli stessi a parlare di tematiche importanti, spiega Federico Alagna, come l’appoggio alla Palestina o altre tematiche simili che ci fanno credere di rendere questo posto un posto migliore, ma la tematica del No al ponte è trasversale. Questo ci da modo di mettere in moto delle energie e conoscere delle persone che diversamente non si sarebbero espresse. Abbiamo diritto, comunque, alla mobilità territoriale al di là del Ponte.

Proprio per trovare una nuova narrativa all’annosa storia del ponte abbiamo dato vita lo scorso 28 luglio allo spettacolo: “Scecco, cavallo e re”, conclude Angelo Sigona . La nostra è una comunità che ha saputo difendere il proprio territorio per la gratitudine che ha al proprio territorio e deve continuare a farlo.
L’appuntamento è in piazza Cairoli il 10 agosto alle 18.30, il corteo passerà per la via Tommaso Cannizzaro e da li poi, per non ostacolare gli altri eventi che si svolgeranno in concomitanza, girerà per concludere a Piazza del Popolo.

 

 

 

 

 

 

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