“Una propaganda più che un tavolo tecnico, una propaganda che prosegue mentre cittadine e cittadini attendono risposte ai problemi reali”, è questo il commento del segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti a seguito del Tavolo tecnico permanente “Ponte sullo Stretto” da parte del Comune di Messina convocato ieri. “Non riusciamo a comprendere – prosegue il segretario della Cgil Messina – quale sia l’obiettivo di tale tavolo in assenza di un progetto definitivo ed esecutivo che non consente di entrare nel merito. Notiamo inoltre come dal Tavolo siano stati esclusi altri soggetti, alcuni ordini professionali, le associazioni ambientaliste, la Prefettura o la stessa società “Stretto di Messina” che è chiamata a confrontarsi con le forze sociali locali”. “Ci sembra inoltre opportuno sottolineare – aggiunge Patti – che la Cgil non è stata ancora invitata alle audizioni che si stanno svolgendo presso la commissione consiliare”. La Cgil Messina ribadisce come continui l’opera di distrazione di massa dai veri problemi del territorio e del Mezzogiorno. “Dal sindaco di Messina – tiene infatti ad evidenziare Patti – attendiamo ancora altre convocazioni, sugli incontri da noi richiesti e sollecitati che riguardano fondamentali aspetti sociali del territorio, che riguardano risorse e interventi importanti che possono incidere sulla qualità della vita, sul contesto socioeconomico”.“Mentre il Sud attende politiche industriali e infrastrutturali in grado di rilanciarlo per accorciare il divario creato con il resto del Paese, si continua a fare campagna elettorale promuovendo “tavoli tecnici” su un’opera per la quale non esiste ancora il progetto definitivo e non ci sono le coperture finanziarie”, dichiara il segretario nazionale Cgil Pino Gesmundo. “Il Sud – prosegue – ha bisogno di grandi reti merci e passeggeri, di connessioni trasversali Est – Ovest, di portare l’alta velocità fino a Palermo, per togliere dall’isolamento fisico una parte cospicua della popolazione. Il governo, invece, ha bloccato il progetto “connettere l’Italia” con scorciatoie che rischiano unicamente di sperperare risorse pubbliche inutilmente. Il Sud ha bisogno di politiche industriali che lo candidino a hub delle energie rinnovabili e rilancino l’attività dei suoi porti oggi soffocata dall’assenza di infrastrutture adeguate. Si smetta con la propaganda e si aprano tavoli con le parti sociali per trovare soluzioni al declino inarrestabile del Mezzogiorno”.