Messina, come molte altre città italiane, si trova oggi a fronteggiare un periodo di recessione economica e occupazionale. In questo contesto, è strumentale, e tipicamente da campagna elettorale, sostenere che il crollo commerciale della città sia attribuibile unicamente ai cordoli, alle piste ciclabili e ai parcheggi d’interscambio. Chi ha memoria storica, come me, ricorda bene come questo tema fosse già stato sollevato da tutti i partiti locali nelle battaglie per il controllo dell’amministrazione cittadina. In quel periodo, si accusava chi non era stato lungimirante di aver lasciato Messina in balia del caos quotidiano. In un certo senso, una parte della città, i Guelfi, tenta di distruggere ciò che hanno realizzato i Ghibellini, ma oggi non siamo nel Medioevo. La nostra meravigliosa Messina sembra riluttante ai cambiamenti; ci si adagia in un clima di critiche e contrasti. Con l’avvicinarsi della campagna elettorale, assistiamo a snervanti lotte tra fazioni politiche. Questa amministrazione sta cercando di rivoluzionare la viabilità cittadina, ma non siamo ancora nella fase finale dell’opera. Mancano la chiusura dei lavori in alcuni parcheggi d’interscambio e le modifiche e la manutenzione del Tram, eppure l’opposizione si è già affrettata a criticare aspramente il sindaco e i suoi collaboratori. Questo modo di operare risulta dannoso per la società, frutto di un comportamento distruttivo di una comunità. Dobbiamo pensare al futuro dei nostri figli e delle giovani generazioni e riflettere sul modello di vita che stiamo loro trasmettendo. Un modello che rischia di essere tra i peggiori, escludendo la possibilità di vivere in modo intellettualmente onesto e in pace con i cittadini. È necessario promuovere la condivisione, sviluppare strategie politico-amministrative congiunte e creare reti che possano produrre risultati positivi e generare ricchezza. Oggi, Messina affronta una crisi profonda, caratterizzata dalla scarsità di posti di lavoro. La rivoluzione tecnologica ha ridotto molte occupazioni un tempo svolte dall’uomo, trasferendole alle macchine. Questo ha dato origine al fenomeno della “fuga” dei giovani e ha accentuato la povertà che investe l’intera comunità. È importante chiarire che questa amministrazione non ha colpe per aver investito risorse pubbliche nel miglioramento della mobilità cittadina. Al contrario, se tali investimenti non fossero stati effettuati, si sarebbero aggravati ulteriormente i problemi economici, senza alcun beneficio per le imprese che hanno eseguito i lavori o per i commercianti che li hanno sostenuti.
La crisi economica di Messina è, in parte, frutto della miopia dei suoi abitanti. Anziché richiedere costantemente aiuti per la povertà, che in molti casi sono realmente necessari, sarebbe più opportuno sollecitare un piano di sviluppo economico serio, capace di generare nuovi flussi economici e di valorizzare le economie locali. Fenomeni come i falsi disoccupati, che vivono alle spalle della comunità, e le famiglie che si dividono per ottenere sussidi, contribuiscono a una spirale di degrado sociale e morale. Una società è coesa e civile se pone lo sguardo sul lavoro. La vera sfida è puntare sulla produttività, soprattutto attraverso settori chiave come il turismo. Negli ultimi anni, infatti, il turismo ha dimostrato una notevole resilienza alla recessione, rappresentando una delle principali armi contro la povertà, non solo per la Sicilia, ma per l’intera Italia. L’industria turistica italiana, e in particolare quella siciliana, ha registrato una crescita del 6% rispetto all’anno precedente, un risultato che merita attenzione e valorizzazione. Pertanto, lo scontro politico non rappresenta la soluzione ai problemi della città; al contrario, rischia di aggravare la situazione, lasciando la società in uno stato di abbandono. La vera risposta risiede nella creazione di reti, nel mettersi al lavoro e nell’implementare idee innovative. Solo così potremo affrontare e risolvere il grande problema sociale che ci attanaglia. I messinesi hanno dimostrato di saper affrontare sfide ben più difficili di quelle attuali e, con determinazione e competenza, sono riusciti a risalire la china. È tempo di dare spazio alla competenza e di agire con decisione.
Franco Tiano
