Le recenti esternazioni del Sindaco di Messina, che hanno significato conferenze stampa ed interviste, sono permeate da una auto glorificazione con una rappresentazione da “paese di Bengodi”; tralasciando, però, di toccare alcuni aspetti in riferimento alla assoluta “trasparenza” che dovrebbe caratterizzare qualsiasi Istituzione Pubblica.
Ci riferiamo ai mancati commenti sulle posizioni in coda alle classifiche nei vari report di settore della città e della provincia, ai quali si è aggiunta di recente la prima posizione su 107 città capoluogo di Provincia riguardo alla cessazione di imprese, come viene dimostrato anche dalla sequela di saracinesche abbassate e di esercizi molto noti e che hanno avuto una storia nella città ora chiusi.
Così come andavano poste in evidenza, ai fini di una corretta e dovuta informazione per la Comunità messinese, i costi esorbitanti e milionari del “personale politico-amministrativo” che svolge ruoli di gestione ai vari livelli, e l’elenco dettagliato di tutti gli affidamenti diretti senza evidenza pubblica fino a 150000 euro per lavori e servizi e forniture, talvolta anche spezzettati, fatti dal Comune di Messina, dalle sue ramificazioni quali le Società Partecipate e dalla Città Metropolitana.
Elementi che normalmente dovrebbero essere pubblicizzati da parte di chiunque utilizzi denaro pubblico e gestisce realtà di natura pubblica. Ma tali dimenticanze costituiscono una “cifra”, e un “idem sentire”, proprie sia di questa che della precedente Amministrazione Comunale, sia di questo Sindaco che di quello precedente, che vedono le istituzioni pubbliche non come strutture a cui dedicarsi con spirito di servizio per il “Bene Comune”, ma come strumenti da utilizzare per potenziarsi in termini politici ed elettorali, e da “plasmare” a propria immagine e somiglianza.
E così Messina ed il territorio metropolitano sono amministrati da più di sei anni da un sodalizio politico, in cui sono confluiti diversi soggetti che avevano rapporti di lavoro o di collaborazione con un soggetto associativo privato. Sodalizio caratterizzato da un forte “leaderismo egoarchico”, in cui, conseguenzialmente, prevalgono logiche “privatistiche” e di appartenenza, con l’ attuazione di meccanismi di gestione che mirano ad aumentare il consenso.
