In relazione al fantasma resuscitato del ponte sullo Stretto di Messina, il Ministro alle Infrastrutture mostra
di avere qualche problema coi numeri (siano essi relativi alle date oppure ai costi). Appena qualche settimana
fa aveva detto da Bruno Vespa: “Il ponte costerà 7 miliardi e sarà pronto in 5 anni a partire dal 2024”. Due
affermazioni già smentite da atti ufficiali e nuovi annunci.
Il Documento di Economia e Finanza dichiara un costo più che doppio rispetto a quello indicato da Salvini:
non 7, ma più di 14,6 miliardi (13,5 per il ponte, 1,1 per le opere ferroviarie a carico di RFI, un valore indefinito
per le opere stradali a carico di ANAS), valore confermato appena tre giorni fa dal sottosegretario ai Trasporti,
On. Rixi.
Quanto ai tempi, il Ministro ci pensa da solo a smentire sé stesso. È di ieri la dichiarazione di Salvini che
candidamente afferma: “Il ponte sarà transitabile nel 2032”. Dunque, prima ancora di rifare contratti e
progetti, i tempi si sono allungati di circa il 50%, passando da 5 a 7-8 anni. Infatti il Decreto Legge statuisce
che i lavori si avviino a dicembre 2024. Partendo da questa data, per la versione Salvini-1 (cinque anni) la
costruzione dovrebbe essere finita nel dicembre 2029, mentre la versione Salvini-bis sposta la data al 2032.
Non basta: mettendo le mani avanti il Ministro conclude con un sibillino: “Se tutto va bene”.
Insomma, in un mese e mezzo di narrazioni del Ministro alle Infrastrutture, il costo del ponte si è più che
raddoppiato (da 7 a oltre 14,6 miliardi) e i tempi si sono allungati del 50%. Siamo ancora a prima dell’inizio,
ma possiamo già dire che “chi mal comincia, è a metà del fallimento”!
Invece del ponte dai costi e tempi in dilatazione permanente e dai finanziamenti inesistenti, chiediamo al
Ministro Salvini e al Governo Meloni di verificare e realizzare integralmente il piano di ammodernamento,
efficientamento ambientale e velocizzazione del sistema pubblico di traghettamento dello Stretto di Messina,
già finanziato e progettato.
