La nostra città Messina merita di essere giustamente valorizzata, attraverso serate come quella proposta, ieri sera, al ritrovo “Fellini” di Carmelo Picciotto . Musica e gioco di luci per valorizzare le ricette della tradizione culinaria messinese. Ospite d’onore della serata la giornalista scientifica della Rai . Roberta Fulci. Nella splendida e storica cornice del Duomo e della storica e meravigliosa fontana del Montorsoli ha avuto luogo il quarto appuntamento con “I martedì messinesi” proposti dal “Fellini” , tema gastronomica proposto per la serata “A pasta ncaciata, ( la pasta al forno – seguendo l’antica ricetta messinese ).
La pasta ‘ncasciata è una pasta al forno alla siciliana, conosciuta anche come la pasta di Montalbano resa celebre da Camilleri. Gli ingredienti che caratterizzano la pasta ‘ncasciata sono il caciocavallo fresco o tuma, le melanzane fritte, il pecorino, il salame, le uova sode ed il ragù di carne. Solitamente viene preparata per i pranzi della domenica e non manca mai a Ferragosto sulle tavole dei siciliani, si tratta di una pietanza ricca e gustosa ottima da consumare come piatto unico. Perché si chiama ‘ncasciata? Il nome deriva dalla pentola nella quale la pasta veniva assemblata a strati oppure semplicemente dalla presenza del formaggio pecorino (in dialetto”cacio”). Esistono due versioni, la pasta ‘ncasciata palermitana in cui si usa il sugo di pomodoro semplice e quella messinese con il ragù. Per completare e rendere interessante la serata sono stati racconti culinari tipici siciliani proposti da Silvia Castelli e Francesco Barone della scuola teatrale siciliana, e con la musica , in sottofondo, dei “SentiSenti”, band locale che ha accompagnato con le sue canzoni la serata. Nella band anche Francesco Bavastrelli, artista e organizzatore, insieme ad Amalia Ferro, delle innovative serate musicali, gastronomiche , per valorizzare e far conoscere la nostra città, al “Ritrovo Fellini”.
La pasta ‘ncasciata è una pasta al forno alla siciliana, conosciuta anche come la pasta di Montalbano resa celebre da Camilleri. Gli ingredienti che caratterizzano la pasta ‘ncasciata sono il caciocavallo fresco o tuma, le melanzane fritte, il pecorino, il salame, le uova sode ed il ragù di carne. Solitamente viene preparata per i pranzi della domenica e non manca mai a Ferragosto sulle tavole dei siciliani, si tratta di una pietanza ricca e gustosa ottima da consumare come piatto unico. Perché si chiama ‘ncasciata? Il nome deriva dalla pentola nella quale la pasta veniva assemblata a strati oppure semplicemente dalla presenza del formaggio pecorino (in dialetto”cacio”). Esistono due versioni, la pasta ‘ncasciata palermitana in cui si usa il sugo di pomodoro semplice e quella messinese con il ragù. Per completare e rendere interessante la serata sono stati racconti culinari tipici siciliani proposti da Silvia Castelli e Francesco Barone della scuola teatrale siciliana, e con la musica , in sottofondo, dei “SentiSenti”, band locale che ha accompagnato con le sue canzoni la serata. Nella band anche Francesco Bavastrelli, artista e organizzatore, insieme ad Amalia Ferro, delle innovative serate musicali, gastronomiche , per valorizzare e far conoscere la nostra città, al “Ritrovo Fellini”.