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  Dibattito in Commissione su Atm, i vertici della  spa: «Nessuna irregolarità nella gestione del personale e dei vari settori aziendali»

A rappresentare  l’azienda sono stati la consigliera del Cda Carla Grillo, il direttore generale Claudio Iozzi e il gestore dei trasporti Santino Trimarchi

Non esiste alcun caso Atm e la gestione del personale e dei vari settori aziendali avviene nel totale rispetto della normativa vigente. E’ questo, in sintesi, il messaggio forte e chiaro lanciato nel corso della seduta odierna della commissione consiliare di Palazzo Zanca  dai vertici dell’Azienda Trasporti di Messina, che hanno affrontato i temi all’ordine del giorno su cui giovedì scorso erano intervenuti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e  i consiglieri comunali. A rappresentare  l’azienda sono stati la consigliera del Cda Carla Grillo, il direttore generale Claudio Iozzi e il gestore dei trasporti Santino Trimarchi.

Sul capitolo del lavoro straordinario ha fatto chiarezza il dg Iozzi: «Il nostro piano d’esercizio prevede 6 milioni 450mila km annui tra gommato e ferro a fronte di 283 operatori di esercizio, di cu 9 impiegati nel servizio di rimozione forzata. Non neghiamo che in alcune circostanze abbiamo la necessità di ricorrere al lavoro straordinario per coprire i turni, ma esiste una programmazione ben precisa e tutto avviene in ossequio alle disposizioni di legge. Voglio fornire un dato – ha proseguito il manager di Atm – per far capire di che entità di lavoro extra stiamo parlando: su 460mila ore di lavoro all’anno per gestire il chilometraggio del piano di esercizio le ore di straordinario ammontano complessivamente a 28mila, vale a dire il 6% . Mi pare evidente che esista una proporzione piena tra lavoro ordinario e quello straordinario. Voglio comunque rassicurare tutti che  il Cda ha autorizzato lo scorrimento delle graduatorie aperte e l’assunzione di nuovi autisti per ampliare l’organico e ottenere benefici concreti sull’espletamento del servizio . Chissà , magari quando ci saranno più autisti e le ore di lavoro extra diminuiranno ci diranno che in Atm non si fa abbastanza straordinario». L’Azienda Trasporti di Messina ha precisato inoltre che il 20% dei lavoratori non effettua lavoro straordinario, il 40% dei lavoratori effettua lo straordinario al di sotto delle 8 ore e il restante 40% per un tempo superiore alle 8 ore. Se l’intera mole di lavoro straordinario fosse diviso tra tutti i lavoratori, ciascun dipendente non supererebbe le 7 ore di straordinario al mese.

Il direttore generale dell’Azienda Trasporti di Messina si è poi soffermato sulla questione delle contestazioni disciplinari nei confronti degli autisti negligenti: «Applichiamo il dettame del regio decreto perché al momento non c’è nessun’ altra norma successiva che fornisca prescrizioni diverse da quelle  previste nel suddetto decreto. Preciso inoltre che le sanzioni pecuniarie inflitte ai dipendenti non vengono incassate da Atm Spa, come qualcuno strumentalmente asserisce,  ma vanno a finire in un Fondo Inps. Come azienda – ha sottolineato ancora Iozzi- abbiamo il dovere di controllare il personale affinché il servizio di trasporto pubblico, che è un servizio  fondamentale per la collettività, non subisca rallentamenti e disservizi a causa di cattivi comportamenti». Il direttore generale ha infine lanciato un monito sul rinnovo del contratto di secondo livello, formalmente scaduto il 29 febbraio e non ancora prorogato:« Ci sono alcune  sigle sindacali che non hanno voluto sottoscrivere il verbale della riunione che si è tenuta nelle scorse settimane e, come sanno perfettamente i rappresentanti sindacali, a rischio ci sono  somme destinate ai lavoratori».

La consigliera Grillo ha replicato sui contenziosi nati in seguito alla richiesta ai lavoratori del risarcimento danni per sinistri  avvenuti durane il servizio e sui giudizi per i pensionamenti anticipati. L’esponente del Cda ha immediatamente voluto puntualizzare «che basta guardare i numeri per capire che la situazione rappresentata dalle organizzazioni sindacali è macroscopica rispetto ai dati reali. I contenziosi per risarcimento danni arrivati a sentenza di primo grado – ha spiegato la consigliera   – sono attualmente solo 5 e Atm ha già presentato appello avverso le due sentenze negative ». Il nodo del contendere con i sindacati riguarda l’ articolo 34 del contratto collettivo nazionale sull’attribuzione delle sanzioni per i dipendenti, la cui applicazione per l’Azienda Trasporti di Messina – che ha acquisito pareri autorevoli in merito – non è obbligatoria. In altre parole , Atm – così come prevede anche lo stesso articolo 34 – ricorre al giudice ordinario , mentre le organizzazioni sindacali vorrebbero   si procedesse internamente seguendo il dettame letterale del citato articolo. «Siamo certi- ha affermato la consigliera Grillo – di agire correttamente e siamo pronti ad arrivare fino in Cassazione per un pronunciamento sulla questione. Vorrei inoltre ricordare che sul tema specifico i sindacati hanno sottoscritto un accordo con l’azienda a gennaio 2023 e che Atm lo sta semplicemente rispettando ». La consigliera d’ amministrazione ha infine ricordato che «l’articolo 34 non può essere applicato ad aziende che hanno meno di 60 mesi di anzianità, quindi Atm ha tutto il diritto di non applicarlo».

Anche in merito ai contenziosi sulla quiescenza anticipata voluta da Atm spa per alcuni lavoratori, la consigliera ha snocciolato  una serie  numeri che hanno ridimensionato fortemente quanto descritto in maniera allarmistica dai sindacati: «dei 28 giudizi proposti da altrettanti lavoratori, 14 – cioè la metà –  sono stati rigettati e ad Atm spa è stato anche riconosciuto anche il pagamento delle spese legali a carico della parte avversa; 10 si sono conclusi con un accordo transattivo; 1 è ancora in corso; e solo  3 sono quelli in cui Atm risulta soccombente. Contro le sentenze negative – ha detto l’esponente del Consiglio d’amministrazione – faremo appello e dimostreremo che non ci sono state irregolarità di alcun tipo». La consigliera Grillo ha spiegato inoltre che «solo recentemente è cambiato l’orientamento giurisprudenziale che consentiva alle aziende di mandare in quiescenza un lavoratore anche senza che questi ne avesse fatto richiesta» e ha precisato che «da quando l’ orientamento è cambiato, Atm non ha più disposto  pensionamenti anticipati».

 

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