Foto di: Antonio De Felice
Sua Eccellenza, l’Arcivescovo, Mons. Giovanni Accolla ha incontrato i giornalisti per porgere i suoi auguri alla Cittadinanza.
Tra terza guerra mondiale a pezzi e terza guerra mondiale devastante che si continua senza sosta, il presule quest’anno non ha trovato molte parole per descrivere la situazione in atto.
Mons. Accolla che ci ha sempre abituati a corposi discorsi in cui bacchettava sempre qualcuno o qualche atteggiamento, quest’anno ha fatto un discorso breve, ma come sempre ci ha invitato a riflettere sulle logiche di potere, quel potere economico che predomina sull’agire dei governi.
Le tre parole chiave per difendersi in questo periodo sono: conservare, proteggere e custodire come ha fatto Maria con Gesù e come dobbiamo fare anche noi.
Il presule nell’ambito della comunicazione sociale, afferma il direttore dell’Ufficio Diocesano, Mons. Giò Tavilla, dice grazie a tutti voi per la disponibilità attenta e generosa, perché attraverso il servizio che svolgete si è creato un legame non solo professionale ma anche affettuoso con la nostra Chiesa diocesana. Fate si’ che il messaggio che l’Arcivescovo rivolge ai Messinesi e la parola che dalla paternità del suo cuore scaturisce possa raggiungere tutti- esorta Mons. Tavilla– soprattutto coloro i quali non hanno la possibilità di uscire da casa, coloro i quali si trovano anche in una situazione di prova o sono soli o anziani e grazie a voi giornalisti, che questa parola riesce a raggiungere davvero tutti. Grazie quindi nel dare la parola al nostro Arcivescovo mi permetto di segnalare sin da ora un altro appuntamento importante che attende tutti, anche se ne seguiranno ancora altri. Innanzitutto la chiusura del Giubileo ordinario, domenica 28 dicembre alle 17.30, nella Basilica Cattedrale, il nostro Arcivescovo presiederà l’Eucaristia proprio per la chiusura di questo evento di straordinaria grazia e allora siamo invitati a dare eco a questo annuncio e a far sì che questo evento possa trovare accoglienza nel cuore di tutti.
Sappiamo, però, che un altro evento diocesano importante ci attende a gennaio ed è l’ordinazione che l’Arcivescovo presiederà di un diacono e di due presbiteri, di due sacerdoti, quindi un’altra occasione di grande grazia e posso aggiungere non solo la gratitudine ma anche il desiderio di poter vivere insieme questo Natale all’insegna della speranza.
Il mio grazie e il mio pensiero, afferma l’Arcivescovo Accolla, va a tutte le persone che sono in difficoltà a vivere, che difficilmente sono raggiungibili o possono raggiungere i luoghi della condivisione.
Voglio semplicemente esprimere il mio augurio attraverso la mediazione di un testo scritto da Papa Francesco che leggo perché se la Chiesa riesce ad essere una realtà non può non guardare a Maria come modello della sua identità.
Maria è la donna che sa conservare, cioè proteggere, custodire nel suo cuore il passaggio di Dio. Dal suo grembo imparò ad ascoltare il battito del cuore di suo figlio e questo le insegnò a tutta la tutta la famiglia, a scoprire il palpitare di Dio nella storia. Imparò ad essere madre e, in quell’affetto istantaneo, donò a Gesù quella esperienza di sapersi figlio.
In Maria, il Verbo Eterno non soltanto si fece carne, ma imparò a conoscere la tenerezza materna di Dio. Con Maria, il Dio bambino, imparò ad ascoltare gli aneliti, le angosce, le gioie e le speranze del popolo e della promessa. Questo scriveva Papa Francesco.
Mi piace evidenziare queste tre parole che sono un po’ la traccia sulla quale si può fondare la speranza dell’uomo in un momento in cui spesso le notizie che ci arrivano attraverso gli eventi o quello che capita nel mondo, queste tre parole sono conservare, proteggere e custodire, come se il pregio di Maria, la presenza di Maria nella vita di Gesù è stata una presenza che ha saputo conservare ciò che ha avvolto, ha saputo proteggere e custodire ed anche educare Gesù, formare Gesù, così come c’e’ bisogno di accogliere ed educare le bambine e i bambini con Gesù alla sapienza del cuore.
Se questi verbi li facciamo come nostri precetti, accogliere Gesù, proteggere e conservare la presenza di Gesù nel mondo saremo in forte condivisione con Gesù che è presente nei piccoli, nei bambini e negli emarginati, in tutti coloro che fanno l’esperienza della sofferenza.
L’augurio, dunque, per la nostra città, per le emittenti televisive e gli operatori della comunicazione è di essere in maniera esplicita, strumenti di evangelizzazione, in un momento in cui spesso si è informati solo dei momenti deliranti e dello sconcerto di coloro che hanno enfatizzato il potere, che hanno enfatizzato l’economia ed hanno totalmente sconvolto e la vita degli uomini.
Forse nel mondo attualmente ci sono più di 60 conflitti reali di guerra. Significa che sono coinvolti almeno 120 paesi. Capite che non possiamo più parlare, come diceva Papa Francesco, di una guerra mondiale a pezzi, ma di una guerra mondiale reale. E dove non ci sono le armi, c’è nel cuore dell’uomo quella tristezza e quella incertezza.
Oggi accogliere Gesù, conservare, proteggere, custodire, può venire semplicemente guardando a Maria, l’umile serva del Signore, Ecce Ancilla Domini. Lei che accoglie e vede formarsi nel suo grembo il corpo di Cristo, in realtà che cosa ha fatto? E’ la prima evangelizzatrice di Cristo, perché lei, come scrivevo nella mia lettera pastorale, fa di tutto per conformarsi a Cristo.
Non c’è bellezza e novità di vita se noi non riusciamo a flaggare quello che noi viviamo, adeguandoci e conformandoci in maniera attenta alla bellezza della vita, e Gesù è Via, Verità e Vita. Anche le letture e le liturgie di questi giorni rivelano continuamente che la presenza di Gesù è presenza di verità e di giustizia.
Allora, qual è l’augurio che posso rivolgere, che posso chiedere alla preghiera, che posso rivolgere a quanti aprono il loro cuore e si mettono in gioco e smascherano le bugie fortemente strumentalizzate e prezzolate dalla cultura, direi, dell’economia come se fosse l’unico salvatutto, per la storia del mondo, e che invece in realtà devasta?
L’augurio che posso fare è di aprire il cuore con umiltà ad accogliere il Signore, aprendo e attenzionando tutti i nostri affetti più piccoli, che sono il tabernacolo della presenza di Gesù nel mondo.
Questo è l’augurio più bello che faccio. Inoltre, nell’umiltà e nella semplicità, senza togliere nulla a quelli che sono gli spazi della quotidianità della vita, non siamo messi lì a fare i cristiani col broncio, giusto?
Tutto questo servire per arricchire la gioia, per dar senso alla gioia del buono. L’augurio più bello è questo, che accogliere Gesù significa rimettersi in gioco, sfidando i luoghi comuni della globalizzazione, della violenza, dell’anima e del potere, e utilizzando, come diceva il Sommo Pontefice, Papa Francesco, cercando di dirlo nella bellezza della globalizzazione della fraternità e dell’amore e del servizio.
Auguri a tutti, nelle vostre famiglie, nelle vostre case, soprattutto alle persone più bisognose, con le parole che la Vergine Maria ci ha testimoniato quando, davanti all’annuncio dell’angelo, ha detto, «Ecce ancilla Domini» .










