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De Vardo (Feneal Uil): “Edilizia siciliana, troppi annunci per nulla: infrastrutture ferme, sviluppo bloccato ed emergenza sicurezza”

Pochi investimenti, gare al massimo ribasso, cantieri frammentati, dumping contrattuale, totale mancanza di programmazione

Il segretario generale della Feneal Uil Tirrenica Messina-Palermo, Pasquale De Vardo, lancia un nuovo e forte
grido d’allarme: le manovre del Governo nazionale e di quello regionale non produrranno alcun reale sviluppo
in Sicilia. Nonostante gli annunci e le promesse, l’isola continua a scontrarsi con infrastrutture fatiscenti ed
obsolete, con l’assenza di investimenti strategici capaci di rilanciare realmente il comparto, e non riesce ad
allinearsi ed essere competitiva col resto dell’Europa, in modo da attirare investimenti di ogni genere.
Gli unici interventi degni di nota sono stati avviati da RFI:
• 1,65 miliardi per le tratte Palermo–Catania–Messina;
• 616 milioni dal PNRR per il potenziamento dello stesso asse;
• 116 milioni per il bypass di Augusta;
• 77 milioni per l’implementazione del sistema tecnologico ERTMS.
Tutto il resto del settore è fermo.
Le misure nazionali sui bonus edilizi rappresentano una boccata d’ossigeno, ma non di sviluppo: “danno un
sostegno minimo al comparto artigiano – spiega De Vardo – che è il vero volano del settore edile. Proprio per
questo serve una manovra strutturale e stabile, capace di garantire continuità e solidità al mondo dell’edilizia
artigiana”.
Il sostegno alle impresedi soli 15 milioni annui fino al 2028, previsto dal governo Schifani, è giudicato
“insufficiente e tutta da verificare”, sia per l’alea della possibile cumulabilità con gli incentivi nazionali che per
la scarsa consistenza economica.
PNRR a rischio, scelte politiche disastrose
La Feneal Uil denuncia, inoltre, il rischio concreto che la Sicilia perda nuovamente le opportunità del PNRR e
dei fondi europei, schiacciata da ritardi, inefficienze e da scelte politiche definite “disastrose e poco chiare”.
Il settore edile siciliano resta una leva fondamentale per la crescita economica e occupazionale. Tanto da fare
ancora: messa in sicurezza di tutta la rete autostradale siciliana, ammodernamento delle strade secondarie,
ammodernamento della rete idrica siciliana, messa in sicurezza del territorio, edilizia ospedaliera e scolastica,
efficientamento energetico, rete ferroviaria.
Infrastrutture pubbliche e sicure rappresentano non solo un diritto per i cittadini, ma anche una spinta decisiva
per l’economia siciliana.
Nessuna vera strategia regionale, nessun piano industriale, solo interventi spot e tampone, un quadro
drammatico che scoraggia investimenti sul territorio, che riduce le opportunità di lavoro e compromette la
competitività del territorio, favorendo lo spopolamento dell’isola.
Il dato più preoccupante è la sicurezza sul lavoro: un’emergenza quotidiana e dimenticata.
Il tema più grave, sottolinea De Vardo, resta quello della sicurezza nei cantieri, vera emergenza nazionale e
regionale. Tre vittime al giorno, oltre mille morti l’anno, classificano la Sicilia come zona rossa per numero di
incidenti.

“Pochi investimenti, gare al massimo ribasso, cantieri frammentati, dumping contrattuale, totale mancanza di
programmazione, ispettorato del lavoro sottodimensionato e rischio costante di infiltrazioni criminali – afferma
De Vardo – trasformano il settore, in una giungla. La corsa al profitto diventa incontrollata e chi paga il prezzo
più alto sono sempre i lavoratori, sia in termini di diritti che di incolumità fisica. La sicurezza non può e non
deve essere barattata per nessun motivo al mondo”.
Servono fatti, e servono adesso.
Per queste ragioni, la Feneal Uil chiede un cambio di rotta immediato:
• pianificazione strategica seria;
• uso efficiente e trasparente dei fondi;
• tempi certi di realizzazione;
• avvio rapido delle opere prioritarie e strategiche;
• infrastrutture moderne e competitive;
• più controlli e più formazione per garantire cantieri sicuri.
“Solo così – conclude Pasquale De Vardo – la Sicilia potrà tornare a crescere, garantendo dignità ai lavoratori
ed alle imprese sane, tutelando chi ogni giorno costruisce il Paese”.

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