L’ex sindaco e attuale “co-sindaco” di Messina ha annunciato una nuova fase che lo vedrà come “regista”, non più dietro le quinte, non solo delle iniziative politiche ma anche di quelle gestionali-amministrative del Comune di Messina, con l’individuazione di un percorso che ha avuto come premessa la “reinvestitura” (stavolta senza “rituale”) del sindaco in carica per le future elezioni amministrative.
Anche se non si è ben compreso se il sindaco Basile sarà un candidato “segnaposto” nel caso in cui si dovesse andare a votare alla scadenza naturale del giugno 2027 — perché ci potrebbe essere qualche ritorno di “fiamma” — o nel caso in cui Basile dovesse dimettersi prima su input del suo “padrino politico”, saremmo in presenza di un sindaco “a libertà condizionata”, dato che le alleanze, riguardanti anche realtà che prima venivano dileggiate e demonizzate, i programmi e “la squadra” saranno scelti dal suo mentore.
Ma oltre a questo coup de théâtre è stata preannunciata una legge speciale per Messina per fare fronte all’”invivibilità” che ne deriverebbe qualora dovessero avviarsi i lavori per la costruzione del Ponte e di tutte le opere connesse.
E ciò perché, come affermato, la città, con la realizzazione di tali infrastrutture, pagherebbe “un costo altissimo”.
Siamo quindi in presenza dell’ennesima giravolta rispetto alle recenti posizioni assunte, che può suonare come un riconoscimento tardivo — e forse strumentale — di tutte le preoccupazioni, le opposizioni e le nette contrarietà espresse da movimenti, soggetti politici, associazioni e cittadini messinesi che continuano a lottare contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto e delle infrastrutture e strutture necessarie per renderlo fruibile.
Ma è singolare, inoltre, che venga proposta una legge per evitare un’”invivibilità da venire”, senza rendersi conto che la città di Messina sta sempre più assumendo la caratteristica di una realtà urbana “invivibile adesso”, senza attendere l’ulteriore peggioramento prefigurato.
Ed è assurdo che tale proposta provenga da coloro che, da diversi anni, non hanno fatto nulla per migliorarne le condizioni di vivibilità, così come viene codificato da una serie di report di settore riguardanti anche la qualità della vita — report che riguardano l’inquinamento ambientale nei suoi vari fattori.
Dagli alti livelli di gas di scarico per l’intenso e caotico traffico veicolare di auto, moto, mezzi pesanti e TIR che attraversano le varie zone della città anche per il traghettamento; al pesante e del tutto trascurato inquinamento acustico, per il quale non è mai stato fatto un piano dettagliato di zonizzazione acustica che prevedesse interventi adeguati per limitarne gli effetti sulla popolazione; e ancora all’inquinamento elettromagnetico derivante dalla “selva” di ripetitori allocati indiscriminatamente su tutto il territorio cittadino, anche nei pressi di asili, scuole e strutture sanitarie, senza che siano mai stati effettuati controlli sui loro potenziali effetti sulla salute dei cittadini.
Così come non è mai stato attenzionato il fatto che le enormi navi da crociera che attraccano in pieno centro costituiscano elementi di inquinamento, non solo per l’emissione dei fumi nocivi, ma anche perché, per la loro dimensione, sono delle enormi centrali elettriche, fonti di inquinamento elettromagnetico, situate a ridosso delle abitazioni.
E come non possono essere considerati fra i fattori di degrado ambientale gli scarichi fognari che confluiscono nei torrenti — non irregimentati, peraltro — o direttamente a mare, cancellando così i trionfalismi delle “Bandiere Blu”.
Né crediamo possa considerarsi vivibile una città (e solo per fare alcuni esempi) in cui le strade sono in cattive condizioni e i marciapiedi impraticabili, costituendo un percorso a ostacoli per i pedoni e le persone diversamente abili; o dove i cumuli di rifiuti e i sacchetti della spazzatura, soprattutto in alcune zone, vengono lasciati in bella mostra anche per giorni senza essere raccolti — a causa dell’eliminazione totale dei cassonetti — causando problemi igienici e sanitari.
Così come qualsiasi valutazione sulla vivibilità di una comunità non può prescindere da certi parametri di qualità della vita che, nella sua accezione più ampia, vede Messina sempre verso la fine delle classifiche nazionali elaborate da Il Sole 24 Ore e Legambiente.
Ma sarebbe interessante anche sapere se in questa “legge speciale” verrà inserito quel “tour turistico” fra i cantieri per il Ponte, a cui potrebbero aggiungersi certi cantieri perenni diffusi in tutta la città: un tour nel territorio cittadino devastato, annunciato dall’Amministrazione comunale durante un recente evento in cui si sono esaltati i benefici per la nostra città di tale opera.
O se, dopo il nuovo “annuncio” che ci riporta al guareschiano “Contrordine compagni!”, questa idea del “tour fra le rovine”, peregrina e offensiva, verrà messa da parte definitivamente.
Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “RispettoMessina”










