Messina dispone di una superpotenza geografica che ha utilizzato pienamente nei suoi secoli d’oro quando si qualificava come una delle capitali d’Europa. Questa superpotenza è lo Stretto di Messina, un unicum di livello mondiale per i suoi grandi valori sul piano mitologico, culturale, ambientale, idrodinamico, tettonico, paesaggistico, biologico.
Per valorizzare questo rilevante patrimonio ho ritenuto opportuno redigere il progetto indicato nel titolo.
Questa struttura polivalente cambierà il destino di Messina perché si baserà su una molteplicità d’impianti d’eccellenza: Polo Scientifico Internazionale, Expo delle specie marine più importanti del mondo, Polo didattico multimediale avanzato per i rapporti con i centri di ricerca, con le università e con le scuole, Centro congressi, Biblioteca blu, ristorante sottomarino, ristorante panoramico girevole, incubator per le blue start up innovative, centro veterinario per le specie marine spiaggiate, centro dell’identità dello Stretto e del Mediterraneo, centro ospedaliero per l’acquarioterapia.
Tutte questi impianti saranno realizzati all’interno di una meravigliosa area verde, denominata “Parco Blu delle Sirene”, impreziosita dall’architettura della biodiversità marina, cioè da edifici che hanno la forma di specie marine viventi, da sculture e da aiuole d’arte che richiamano i miti dello Stretto.
La realizzazione di questa struttura d’avanguardia fornirà a Messina una miriade di benefici tra i quali l’occupazione, considerato che assorbirà 350 posti di lavoro diretti e oltre 2000 nell’indotto, e il turismo, considerato che sono previsti oltre un milione di visitatori l’anno, numero elevatissimo che assorbirà anche una parte consistente dei crocieristi che annualmente sbarcano al porto di Messina (oltre 800.000). Assorbirà anche un numero rilevante di imprese, sia nella fase di costruzione delle opere, sia nella fase di gestione.
Questa struttura darà una grande risposta allo sviluppo economico, sociale, ecologico e culturale della città e soprattutto costituirà un freno alla fuga senza ritorno dei giovani messinesi (3.000 l’anno circa) che lasciano gli affetti e le radici per trovare un lavoro in altre città d’Italia e d’Europa.
Da più parti la ex cittadella fieristica viene indicata come il luogo ideale per realizzare questa struttura che darà una grande opportunità di rinascita e di rigenerazione urbana per Messina. Altre location vengono segnalate come la Falce, una parte dell’area dell’ex Sanderson ed altre aree del waterfront che potrebbero essere liberate e destinate a questi impianti in grado di riqualificare Messina come baricentro del Mediterraneo non solo geografico ma anche dell’innovazione e dell’internazionalizzazione inserendo la nostra città all’interno di un futuro luminoso in grado di rispondere alle aspettative fondamentali dei suoi abitanti.
Iosè Gambino
