Padre Felice Scalia – in un’intervista di “Stampalibera” – si racconta e racconta la città dei suoi primi anni a Messina, poi gli anni dell’esilio vissuti in alcune città del centro-sud Italia (Roma, Triolo, Siracusa, Grottaglie, prima di tornare definitivamente a Messina).
Padre Felice, ha infatti vissuto una lunga assenza nella città dello Stretto. 25 anni, una quarto di secolo, un allontanamento non per ragioni professionali, ma che subì per una presa di posizione da Rettore dell’Ignatianum di Messina, siamo nel 1979. Ma nel racconto del teologo non possono mancare alcuni momenti importanti per la crescita della comunità messinese come l’apertura della libreria Hobelix, le settimane teologiche e il fermento intellettuale dell’epoca. Nell’intervista si parlerà inoltre dei nostri anni, del ‘sacco’ della città, di una centro città diventato un deserto commerciale, Piazza Cairoli diventata una ‘mangiatoia’, la fuga di intere generazioni di giovani, il Tram che ha modificato in negativo il tessuto urbano, il Ponte sullo Stretto che è “una struttura di cui non abbiamo bisogno”. E per finire un vero e proprio affondo dell’intellighenzia della città, al mondo universitario visto come una ‘corporazione che va per i fatti suoi’, un club, un gruppo elitario sempre più lontano dalla vita e dalle reali esigenze della città.(Fonte: Stampalibera.it)
Foto: Stampalibera(Enrico Di Giacomo)
