A Oliveri, piccolo comune affacciato sul mare siciliano, la scuola è ricominciata sulle gambe dei bambini. Zaini più grandi di loro, risate che rimbalzano tra i vicoli, ruote che cigolano e voci che si richiamano l’un l’altra. È tornato il Piedibus, ma in realtà non se n’era mai andata quella voglia di camminare insieme, di prendersi cura gli uni degli altri.
Non è solo un gruppo di bambini accompagnati a scuola da adulti volontari. È una fotografia di quello che il mondo potrebbe essere: bambini e adulti, italiani e stranieri, anziani e genitori, bianchi e neri. In fila, con ordine e allegria, verso una direzione comune. In mezzo a loro, spesso, anche un cane. Perché l’inclusione, a Oliveri, è davvero per tutti.
“Si chiama Piedibus, ma a guardarlo da vicino sembra la foto di come dovrebbe essere il mondo” – ha scritto il sindaco Francesco Iarrera in un post carico di empatia.
Il Piedibus è più di un’iniziativa ecologica: è una forma di educazione silenziosa e quotidiana. Camminare insieme significa imparare a rispettarsi, ad ascoltarsi, a prendersi cura l’uno dell’altro. I bambini vanno a scuola. Ma anche la scuola, in un certo senso, va verso i bambini. Nelle strade, nei gesti, nelle relazioni.
Durante l’estate, a Oliveri, i bambini hanno raccolto rifiuti in spiaggia in cambio di biglietti per le giostre.
Ma quando il luna park è andato via, loro sono rimasti.
“Sindaco, le giostre non ci sono più. Ma noi vogliamo continuare.”
Perché quando un gesto nasce per gioco, ma lascia il segno,
diventa cittadinanza attiva.
Quel filo sottile che ha unito bambini, spiagge e sacchetti, oggi continua a intrecciarsi tra marciapiedi, zaini e sorrisi mattutini.
Dal “gioco che non è un gioco” estivo al Piedibus autunnale, Oliveri porta avanti un unico grande progetto educativo: trasformare i gesti quotidiani in strumenti di crescita civile. La gentilezza come pratica, la comunità come spazio di relazione.
Ogni mattina, camminare verso scuola non è solo routine. È un atto collettivo di rispetto e responsabilità. È tempo condiviso. È cura.
In un’Italia spesso stanca e disillusa, Oliveri lancia un messaggio limpido: non servono fondi straordinari per costruire comunità. Serve ascolto, visione, fiducia nei più piccoli.
Ecco perché questo piccolo comune siciliano torna a fare scuola, ancora una volta.
Non con i libri, ma con l’esempio. Non con la teoria, ma con la pratica.
Con bambini che ripuliscono una spiaggia per gioco, e poi non smettono più.
Con famiglie che si mettono in cammino, insieme, verso un futuro più gentile.
Il Piedibus, visto da vicino, è solo una fila di bambini.
Ma se lo guardi con attenzione, è una comunità che ha scelto di camminare nella stessa direzione.
E questa, sì, è una grande lezione.
