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Nota del comitato “No ponte Capo Peloro”: commissione consiliare tardiva e già schierata

Il comitato non discuterà con nessuno sui come e quando, ma solo sul mai e sulle vere opere infrastrutturali e sulle vie di collegamento che servono a questa città.

Sono/siamo qui a nome del comitato No ponte Capo Peloro, che in data 30 dicembre 2023 ha deliberato di accettare l’invitopervenuto dal consigliere comunale Trischitta, nella sua qualità di presidente della commissione comunale permanente sul Ponte sullo Stretto, a partecipare ad una delle prime riunioni della commissione consiliare, che avrebbe lo scopo di raccogliere le posizioni pro e contro il ponte e di trasmetterle successivamente alle autorità competenti, tra cui anche l’Unione europea.

L’assemblea ha aderito all’invito della commissione consiliare per rispetto della città e delle sue istituzioni rappresentative, ma non condivide né il metodo né il merito della commissione stessa.

In particolare, si evidenzia che l’iniziativa comunale è tardiva rispetto ad un processo decisionale che è andato molto avanti nell’ultimo anno, come confermato anche dalla premessa della delibera che istituisce questa commissione, ed è arrivato già alla fase terminale del processo decisionale, senza che il comune di Messina ed i suoi organismi politici siano stati parte di taleprocesso o abbiano espresso alcuna osservazione critica sull’aggettivo impatto dell’opera sull’intero territorio urbano.

Tutto ciò, tra l’altro, ha permesso all’ad della Stretto di Messina s.p.a. Ciucci, in visita di recente nella nostra città, di sentirsi autorizzato a dettare, a nostro avviso in maniera arrogante ed offensiva, tempi e modi delle future fasi progettuali, senza che il sindaco rappresentasse  e rivendicasse le esigenze ed i bisogni della collettività ed anzi dichiarando “La piena collaborazione per gli adempimenti previsti ai fini degli espropri e della comunicazione alla cittadinanza delle varie fasi operative”, come dire non ci avete coinvolto, non conosciamo neanche le carte, ma chiniamo il capo ed accettiamo i vostri diktat.

In secondo luogo, è di tutta evidenza, leggendo il testo della deliberazione comunale, che la commissione consiliare istituita ha un obiettivo ben preciso che è quello di monitorare l’andamento dei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e di tutte le opere connesse e compensative, ritenute strategiche e necessarie per ottimizzare la pianificazione territoriale e la gestione delle risorse e dei servizi pubblici”. Non quindi una commissione super partes, ma una commissione con una mission ben precisa: pro ponte o in ogni caso rassegnata all’inevitabilità dell’opera.

Inoltre, secondo noi, tale commissione oltre ad essere tardiva, non sarà in grado di poter incidere sul processo decisionale e realizzativo dell’opera. Il comune, non avendo alcun ruolo all’interno della società Stretto di Messina s.p.a., è, difatti,tagliato fuori dal processo decisionale.

Se il consiglio comunale avesse voluto veramente rappresentare le differenti istanze della cittadinanza in merito alla realizzazione di un’opera, che impatterà in maniera irreversibile sul territorio, avrebbe dovuto richiedere che il progetto venisse sottoposto a dibattito pubblico,  ai sensi e per gli effetti della lett. b) comma 3 dell’articolo 3 del regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico, approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10.5.2018 n. 76.

Il “dibattito pubblico”, in fattispecie come questa del Ponte sullo Stretto, era tra l’altro già previsto dall’art. 22 del precedente codice appalti, D. Lgs. 50/2016, ed è previsto anche dall’articolo 40 del Nuovo Codice Appalti, D. Lgs. 36/2023.

Questa procedura consente, infatti, che tutti i soggetti, a vario titolo interessati alla realizzazione di grandi opere, discutano razionalmente sulle conseguenze di esse ed eventualmente propongano modifiche o alternative al progetto presentato.

L’aver rinunciato, da parte di questo Consiglio comunale, ad un prezioso strumento di democrazia partecipativa, come statuito dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 235/2018, che lo ha ritenuto conforme agli articoli 97, 117 e 118 della Costituzionenon ha permesso alla Nostra Città di essere in alcun modo protagonista del proprio futuro, costringendola a subire le conseguenze e i danni arrecati al territorio da un’opera, il cui impatto devastante è ben documentato dalle relazioni, prodotte dalle Associazioni Ambientaliste e dal nostro Comitato, che lasciamo agli atti della Commissione.

Come Comitato No Ponte Capo Peloro abbiamo realizzato e in questi mesi distribuito un opuscolo informativo, nel quale abbiamo sintetizzato le ragioni del nostro NO al ponte, di cui diamo ora rapida lettura.

A quanto detto non abbiamo altro da aggiungere, se nonsottolineare che non sarà solo la zona Nord di Messina ad essere devastata.

Nella Valutazione di Impatto Ambientale e Strategica a p. 227 e ss. viene, infatti, evidenziato che lungo tutto il tracciato delle gallerie ferroviarie S. Agata e S. Cecilia, che sotto-attraversano il centro urbano, e delle gallerie autostradali Le Fosse e Faro potranno verificarsi fenomeni di subsidenza, ovvero sprofondamento del terreno, che arrecheranno danni variabili dalle semplici fessurazioni al crollo delle strutture sovrastanti.

Notevoli criticità interesseranno oltre 700 edifici, perché le prescrizioni, intimate dalla Commissione Ministeriale nella VIA-VAS, sono state solo parzialmente ottemperate dai progettisti. A titolo esemplificativo, di questo “disastro annunciato”, di cui il Comune dovrà rendere conto alla cittadinanza, lasciamo agli atti anche un estratto delle tavole del Progetto presentato da Eurolinknel 2011, relativo alla zona compresa tra viale Europa e via T. Cannizzaro.

Riteniamo a questo punto di non aver altro da comunicare a questa commissione, visto che il Comitato No Ponte Capo Peloro è assolutamente contrario al ponte sullo Stretto e non è disponibile a discutere sul come “monitorare l’andamento dei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto” o sull’utilità o meno di eventuali opere connesse e compensative.

Ci congediamo, lasciando agli atti anche questa splendida foto dello Stretto, con l’auspicio che l’incomparabile bellezza ed unicità paesaggistica del nostro mare non venga mai deturpata dal ponte, rispettando così i principi fondamentali contenuti nel novellato articolo 9 della nostra Costituzione.

1 Comment

1 Comments

  1. CETTINA LUPOI

    15 Gennaio 2024 at 22:09

    Una coraggiosa presa di posizione, motivata dalla consapevolezza che ormai per l’Amministrazione Comunale “il dado è tratto” ed ogni rilievo, per quanto saggio e consapevole, ne diviene ostaggio di decisioni ormai prese dall’alto in maniera irrevocabile, bypassando la condivisione democratica e fisiologica con i cittadini, propria di uno Stato di Diritto di cui si sustanzia il dettato Costituzionale. A QUESTO PUNTO C’È SOLO DA CHIEDERSI SE VIVIAMO ANCORA IN UNO STATO DI DIRITTO IN CUI LA REALE INTERLOCUZIONE CON L’ISTITUZIONE SIA ANCORA POSSIBILE, OPPURE NELL’Illusione di uno Stato di Diritto.

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