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L’architetto Maurizio Rella analizza le carenze di Messina

Candidato al consiglio comunale con la lista “Coalizione Civica per Messina”

 

 

La mia amata Messina, bisogna dirlo, è ormai una città che sta sprofondando nel più totale abbandono: rozza, poco sensibile all’estetica e sicuramente non compatibile con l’idea di città sostenibile. Perché una città con un fronte mare straordinario, con un passato glorioso è finita in questo sprofondo? Semplice: per la miopia, l’ignoranza, per la negligenza della classe dirigente che l’ha saccheggiata, tradita e infine svenduta.

E non uso la parola ignoranza con leggerezza, la scelgo proprio perché sono convinto che questo stato di abbandono in cui versa sia dovuto principalmente al fatto che si ignorano la storia e gli antichi fasti della nostra città.

Se “la bellezza salverà il mondo” è da non credere quel che è successo da noi: siamo stati capaci di rendere brutta, poco vivibile e con una qualità della vita pessima una città nata nella culla degli dei. Una culla nel tempo tristemente trasformata in una città governata dagli ignavi.

Questo lungo preambolo, per dire che solo attraverso un recupero della memoria ed educando i cittadini al senso civico si può fermare questo stupro e restituire dignità alla città, che con grandissima urgenza ha bisogno di ritrovare il senso della polis.

Il buon governo, le buone pratiche, l’inclusione devono prendere il posto dell’ignavia, del tedio, del torpore e della miopia di una classe politica che per anni ha saputo solo saccheggiarla.

La cultura in questo assume un ruolo centrale ma non una cultura solo raccontata: una cultura del bello, una cultura che possa trasformare il tessuto economico e ritornare a dare lustro e dignità ad una città abbandonata.

Simbolo di quell’abbandono oggi è lo stato indecoroso in cui verte la Fiera. Un ammasso di macerie, un luogo chiuso e inaccessibile, sottratto ai cittadini: un autentico scempio. Ma è solo uno dei tantissimi esempi.

Sono tutti testimonianza del disinteresse della politica per la cultura, di cui diretta conseguenza sono stati indifferenza e disaffezione per la città. A questo si è arrivati perché si è pensato ottusamente che di cultura non si campa.

È vero, invece, l’esatto contrario: basta valorizzare il bello che c’è e renderlo attrattivo, organizzare manifestazioni che siano reali momenti di aggregazione e non sagre. Feuerbach dice sinteticamente che ognuno è quello che mangia, intendendo dire con questo che ognuno è il prodotto di ciò di cui si nutre. Chi si nutre di bellezza, di amore, di arte, di cultura a sua volta la riproduce rigenerando il tessuto sociale.

Le piazze della città tornino, dunque, “agorà”, si dia vita a incontri e dibattiti si accetti la diversità come unicità. Usciamo, vi prego, da questa ignavia del provincialismo e di una politica scollata dal territorio, vittima di vessazioni suonate con la ciaramella…

Maurizio Rella candidato al consiglio comunale con la lista “Coalizione Civica per Messina” con Franco De Domenico Sindaco

 

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