l candidato a sindaco della coalizione del centrosinistra, insieme ad alcuni consiglieri comunali uscenti (Andrea Argento, Felice Calabrò, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco, Gaetano Gennaro, Massimo Rizzo, Alessandro Russo e Antonella Russo) del Pd, di LiberaMe e del M5S, ha tenuto oggi una conferenza stampa, dedicata al tema delle partecipate del Comune di Messina.
“Si conclude oggi – ha detto De Domenico – la serie di approfondimenti che, in queste settimane, abbiamo organizzato per interloquire con la città. Parliamo di partecipate insieme a chi, negli ultimi anni, ha avuto modo di lavorare su questi temi e studiarli a fondo. Ricordiamo che l’ex amministrazione aveva promesso di azzerarle… Oggi, invece, oltre ad aumentarne il numero, le partecipate vengono utilizzate per fini elettorali: si pensi alle assunzioni a tempo, con scadenza proprio in vista del voto! Bisogna assumere sì, ma tenendo come parametro di riferimento l’efficacia e l’efficienza dell’attività.
Le partecipate sono strumenti dell’amministrazione, che servono a fornire servizi migliori, da inquadrare in un contratto di servizio in cui vengono dettagliate bene le spese. Cosa fino ad oggi non avvenuta, al pari del controllo di gestione, della qualità ed alla misurazione delle performance.
Noi siamo pronti a tutelare i lavoratori, secondo il principio della competenza (e non dell’appartenenza…)”.
Felice Calabrò, il quale ha coordinato i vari interventi, in premessa si è soffermato sulla vicenda legata a InnovaBic: “Non entro nel merito della sentenza di assoluzione della Corte dei Conti, ma occorre valutare soprattutto come quella tipologia di procedimento sia stata valutata corretta. È importante se pensiamo che l’ex amministrazione in alcuni casi ha liquidato, dimenticandosi che le competenze in materia sono del Consiglio e non della Giunta, e in altri casi ha fatto proliferare le partecipate con un atteggiamento che appare assai strano”.
Gaetano Gennaro ha approfondito quanto accaduto a proposito della Patrimonio Spa: “Abbiamo promosso una battaglia, insieme ai colleghi del M5S, che è stata poi sposata da tutto il Consiglio. Non era mai accaduto però che, dopo una votazione dell’aula pressoché unanime, un amministratore andasse in direzione contraria, ricorrendo al Tar. Il verdetto è una vittoria di Pirro, perché la delibera è stata annullata per carenza di motivazione, ma questo non fa venire meno la volontà del Consiglio e quella dell’interesse pubblico. Prova ne sia il fatto che l’attuale Commissario a pochi giorni dalla conclusione del proprio mandato, ha fornito un’indicazione chiara chiedendo la liquidazione di una società incapace di produrre qualcosa in questi anni”.
Cristina Cannistrà, dal canto suo, ha evidenziato che “la Patrimonio Spa svolgeva un’azione più amministrativa che gestionale. Quando ha presentato il Piano di alienazione degli immobili era errato!”.
Giuseppe Fusco, invece, ha approfondito i temi legati ad Arisme: “La precedente amministrazione la presenta quale fiore all’occhiello, eppure ci sono state violazioni di legge nella formazione di questa partecipata. Manca, ad esempio, la figura del direttore generale, che ha fondamentali funzioni gestionali”.
Antonella Russo ha puntato l’attenzione su MessinaServizi Bene Comune: “Ci sono dei casi emblematici, quali l’affidamento all’esterno del servizio di spazzamento delle strade cittadine. Le nostre interrogazioni sono rimaste senza risposte. MessinaServizi di fatto si è trasformata in semplice stazione appaltante. Non ha neppure un parco mezzi – tranne forse qualche furgone – e deve affittarli”.
Sempre su MessinaServizi, Andrea Argento ha rimarcato come sia stata chiamata a “gestire le varie situazioni legate allo stadio ‘Franco Scoglio’ perché mancavano idee e ad un certo punto non sapevano che pesci prendere. Più in generale, l’azione ispettiva sulle partecipate che abbiamo portato avanti da consiglieri è stata costante e serissima e ha fatto emergere quanto diciamo oggi. Con coerenza abbiamo sempre dimostrato qual è la nostra idea sulle partecipate: ciò rappresenta la migliore garanzia anche per gli stessi lavoratori, messi sempre al primo posto”.
Di Atm ha parlato Massimo Rizzo: “Oggi abbiamo una ATM spa e una ATM ancora in liquidazione. Eppure, la procedura di liquidazione risale al 2018, ma non ne conosciamo l’esito. Più in generale, si è voluto svuotare il Comune e potenziare i compiti delle partecipate, gestite da persone di fiducia. C’è un deficit di trasparenza”.
Su Messina Social City Alessandro Russo ha sottolineato, ancora una volta, come la priorità sia rappresentata dalla tutela dei lavoratori e degli utenti: “offre servizi essenziali, ma occorre fare un’analisi dei fabbisogni per riorganizzarla al meglio. Ci sono oltre 150 dipendenti part-time della long-list ancora in attesa di certezze da parte dell’Amministrazione. Noi quelle certezze le daremo, garantendo però assoluta trasparenza”.