Nell’ambito delle iniziative di formazione e aggiornamento professionale rivolte al personale scolastico e agli operatori del settore educativo, presso l’Aula Magna del Dipartimento COSPECS – Università degli Studi di Messina, si è tenuto il seminario formativo dal titolo: “La scuola dei ragazzi e la formazione degli adulti”. L’incontro, promosso dal Dirigente scolastico Giovanni Galvagno, coadiuvato dai docenti: Clara Trungadi, Sonia Truglio, Cristina Cucinotta e Pietro Formica, è stata un’occasione per avere spunti di riflessione sul ruolo educativo dei CPIA nel contesto scolastico e sociale contemporaneo e sono state messe in luce esperienze, criticità, buone pratiche e valori che animano l’istruzione degli adulti. A introdurre l’incontro il prof. Dario Tomasello dell’Università degli Studi di Messina.
Tra gli interventi più significativi quello della Prof.ssa Giovanna Messina, D.S. “I.I.S. F. Bisazza“, che ha sottolineato come insieme ad altri docenti si è lavorato alacremente per far si che nel territorio messinese da zero si desse vita al C.P.I.A. ed ha continuato il suo intervento ripercorrendo l’esperienza di Dirigente dei primi 4 anni di C.P.I.A., tra scoperta e crescita. Mi ha restituito tanto in termini di empatia, emozioni e formazione, ha detto la D.S. Messina, ma è stata veramente dura partire da zero. La sfida principale, inoltre, è stata costituire una realtà educante unita, perché fare capire ai docenti dei vari Punti di Erogazione dislocati nei vari luoghi della nostra grande provincia, che eravamo un’unica realtà è stato difficile, ma era importante farlo e l’abbiamo fatto. Il docente deve fare un grosso lavoro di adeguamento e revisione formativa. Il C.P.I.A. è il luogo per eccellenza per l’inclusione nel lavoro e nella cittadinanza attiva. Un forte grazie è andato al D.S. Galvagno che con la sua passione sta continuando l’opera che io ho iniziato, conclude il suo appassionato contributo Giovanna Messina.
Ha continuato la Prof.ssa Mirella Interdonato, docente del C.P.I.A. in pensione che ha parlato dell’importanza dell’ accoglienza nel C.P.I.A.. Sono arrivata agli ex CTP per caso come perdente posto, ma poi non me ne sono più voluta andare, perché quegli incontri umani che ci sono stati non mi hanno più lasciato. Le tante persone che venivano da noi, probabilmente, non avevano incontrato nel loro difficile percorso un docente che li abbia incoraggiati, sottolinea la docente. Abbiamo iniziato il nostro cammino, cercando i banchi negli scantinati del Municipio e talvolta portandoci le sedia da casa, perché non avevamo una sedia. Ci abbiamo creduto e, grazie alla buona risposta dei tanti alunni, siamo andati avanti. Ci tengo a dire che l’accoglienza non è conoscere l’italiano, ma formare dei cittadini con delle competenze.
In questa narrazione di difficoltà e di esclusione da parte di tante realtà scolastiche, molto sentita anche la testimonianza del Prof. Angelo Cavallaro, D.S. “I.C. G. Catalfamo” che ha parlato della “felice” convivenza tra I.C. e C.P.I.A., tanto cercata e finalmente quattro anni fa ci siamo riusciti, andando avanti in una condivisione di valori, sottolinea soddisfatto il D.S.. Bisogna lavorare per chi arriva con i barconi, ma anche per gli italiani che non hanno avuto la vita facile. Dobbiamo lavare insieme perché vi sia una Scuola con la S maiuscola, esorta Cavallaro.
Ad incuriosire e coinvolgere il parterre di intervenuti la prof.ssa Barbara Oteri, D.S. “I.C. Torregrotta” che ha parlato dello stare bene a scuola, attraverso le parole di un testo di Enrico Galliano, in cui si da una motivazione per andare a scuola. Quest’ultima non deve essere un contenitore di informazione, ma una scuola che ci faccia diventare cittadini responsabili.
La Prof.ssa Tiziana Tarsia, dell’Università degli Studi di Messina, che sta conducendo uno studio sui C.P.I.A. insieme ad un gruppo di lavoro con l’Università di Salerno, ha parlato della riflessività nelle pratiche sociali del C.P.I.A., ponendo l’accento su alcune criticità, come: la difficoltà dei docenti di sentirsi parte della scuola in cui vengono considerati ospiti, per lo più sgraditi, o quella degli studenti che vengono da una situazione di disagio e, devono anche subire le difficoltà di non conoscere la lingua o di aver bisogno del titolo per inserirsi nel mondo del lavoro.
A fare le conclusioni il Prof. Giovanni Galvagno D.S. C.P.I.A. Messina, che ha moderato l’incontro e ha quindi presentato il libro “Io speriamo che CI PÌO – tutto quello che dovreste sapere, e non immaginate, dei CPIA” del Prof. Paolo Farina, D.S. C.P.I.A. BAT “Gino Strada” si tratta di un libro di esperienze vissute, raccontate in maniera appassionata e ironica e mai banale, contrariamente al classico manuale che talvolta può risultare noioso, questo scritto è capace di coinvolgere i lettori. Un grazie poi va alla famiglia del CPIA-MESSINA. Attraverso il racconto diretto della propria esperienza scolastica e umana, l’autore ha illustrato la realtà dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, luoghi di accoglienza, crescita, inclusione e cittadinanza attiva.
Io, ha detto Farina, sono nipote di un bracciante agricolo e di un migrante in Germania, e mi sento un miracolato e non potevo fare altro che il dirigente dei CPIA. Avevo lasciato questo libro nel cassetto, perché avrei parlato delle difficoltà e delle cose negative del C.P.I.A., ma poi ho deciso di accendere una fiammella. Noi siamo una comunità che coltiviamo quotidianamente, noi non “includiamo” nessuno, perché mi sembra un mondo di dire razzista, “perché vorrei sapere chi include chi”. Vorrei, inoltre, sottolineare che da noi ci vuole dignità, non ci dobbiamo sentire inferiori a nessuno, perché il nostro modo di fare scuola può essere da esempio per gli altri. Sto lavorando ad un altro libro, “L’arte dell’insegnare e la magia di essere felici“. In un mondo pieno di negatività e, importante, avere una luce di speranza.
Si conclude così questo evento formativo, pervaso di testimonianze e di emozioni esempio per tutta la cittadinanza messinese.










