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Studentati di lusso a Messina, soldi pubblici per costruire camere da 650 euro: il caso “Archimede”

A  fronte di circa 10 mila studenti fuori sede ci sono solo 300 posti letto pubblici

A seguire la nota di Antonio Currò e Tania Poguisch – co-segretari Circolo P. Impastato Prc Messina e Alfredo Crupi – segretario prov. Prc Messina:

‘Siamo alle solite, a Messina il diritto allo studio rischia di trasformarsi in un affare per pochi. Nella città dove migliaia di studenti e studentesse fuori sede devono contendersi una stanza a 250–380 euro al mese, l’offerta pubblica copre appena 300 posti letto su circa 10 mila universitari. È su questo terreno fertile che si inserisce l’ennesima “rigenerazione” a colpi di fondi PNRR, con progetti che – dietro la retorica dell’housing universitario – sembrano spingere più verso la speculazione edilizia che verso la vera l’inclusione. Questi studentati non risolvono l’emergenza, la privatizzano – affermano i co-segretari del Circolo Impastato, Antonio Currò e Tania Poguisch –. Si usa il denaro dei contribuenti per finanziare edifici che tra dodici anni diventeranno proprietà privata. È una logica di profitto mascherata da welfare.       A  fronte di circa 10 mila studenti fuori sede ci sono solo 300 posti letto pubblici. Davanti a questo divario tra domanda e offerta pubblica, si infilano i soggetti privati con chiare finalità lucrative, incoraggiati dal quadro normativo del nuovo housing universitario, che prevede il conseguimento dell’obiettivo ambizioso di 30.000 posti letto entro giugno 2026 per l’intero territorio nazionale.

La società vincitrice del bando con un finanziamento pubblico di 37 milioni di euro, si appresta a realizzare tre residenze di nuova edificazione con 1800 posti letto per studenti: il 30% di questi andranno a studenti capaci e meritevoli e il resto verranno assegnati a prezzi di mercato.
Il costo medio di un posto letto si attesta sui 650€ !
Nonostante tale cifra includa alcune spese e servizi, si tratta comunque di un canone spropositato e ben oltre la media di mercato.
Siamo approdati sostanzialmente agli studentati di lusso finanziati con risorse pubbliche. Si paventa il concreto rischio di trasformare gli studenti in utenti consumatori costituendo di fatto “gated communities”, per un abitare elitario e introverso in cui gli studenti non vivono pienamente la città.
Siamo di fronte a una vera e propria operazione immobiliare che dispiegherà tutto il suo carattere speculativo al termine dei 12 anni di vincolo di destinazione uso; trascorso tale termine, infatti, l’immobile rientrerà nella piena disponibilità e autonomia gestionale del soggetto privato.
Inoltre almeno una di queste residenze, che dovrebbe sorgere nei pressi del Liceo Archimede, ha dimensioni mostruose e inquietanti. Infatti dovrebbe svilupparsi in altezza per ben dodici piani, di cui due interrati. Dalle immagini appare un palazzone colossale, che mal si presta a essere edificato in un territorio fragile e altamente sismico come il nostro, oltre a rappresentare un evidente “pugno in un occhio” dal punto di vista paesaggistico.
Non a caso per procedere con tale edificazione il Consiglio Comunale deve dare l’autorizzazione
ad agire in deroga rispetto ai vincoli urbanistici.
Dal suolo della nostra città si continuano a estrarre valore e ricchezza privati: la sedia lasciata
libera dallo stato per garantire diritti e servizi pubblici, viene occupata dal privato che persegue il
suo interesse principale ovvero quello di generare profitto.
In consiglio comunale giungeranno tre delibere con le quali si riconoscerà l’interesse pubblico
delle opere in questione e alcune deroghe allo strumento urbanistico.
Chiediamo al consiglio comunale massima vigilanza e attenzione, perché siamo convinti
che il settore pubblico debba recuperare un ruolo programmatorio e investire le proprie
risorse per opere che rimangano nella disponibilità dello stesso e non vadano a inserirsi
in un mercato dove solo i soggetti più abbienti possono fruire di quelle condizioni che
dovrebbero essere garantite a tutti gli interessati.
Chi dispone della liquidità per pagarsi una stanza per oltre due volte il suo prezzo di mercato, non
ha bisogno di un così ingente investimento di fondi pubblici.
Di fatto si prendono i soldi dalle tasche dei contribuenti per versarle in quelle di coloro che non ne
hanno bisogno e beneficare il settore privato.
Come partito della Rifondazione Comunista invitiamo Sindacati, Associazioni studentesche e dei
consumatori, le altre forze politiche e i cittadini tutti, a vigilare insieme a noi su questa operazione
e reclamare che i soldi pubblici vengano impiegati per dare agli studenti fuori sede la possibilità
di trovare un alloggio in questa città in strutture che restino di proprietà pubblica, e in cui
l’eventuale necessaria selezione per l’accesso avvenga esclusivamente tenendo conto dei
parametri del merito e del bisogno”.

 

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