Il consigliere metropolitano di Fratelli d’Italia Libero Gioveni, rilevando, da un’indagine amministrativa effettuata a Palazzo dei Leoni sul personale in forza alla Città Metropolitan, delle evidenti criticità numeriche senza precedenti, ha chiesto al sindaco metropolitano Federico Basile di adottare e definire tutti gli atti amministrativi e contabili necessari all’indizione delle procedure concorsuali all’ex Provincia Regionale.
Nel mio doppio ruolo di consigliere comunale e consigliere metropolitano – spiega Gioveni – ho potuto notare una differenza abissale nei numeri fra i dipendenti di Palazzo Zanca e quelli di Palazzo dei Leoni, soprattutto dopo gli ultimi concorsi che evidentemente al Comune hanno aumentato la forza lavoro.
Se si pensa, infatti – prosegue il consigliere provinciale – che a breve il Corpo della Polizia Municipale (che opera nel solo Comune di Messina) sarà implementato di ben 122 agenti, di contro fa certamente rabbrividire il numero degli agenti della polizia metropolitana che invece ha il compito di monitorare e gestire il controllo di tutti i 108 Comuni dell’intera provincia.
Ecco i numeri!
In forza al Corpo che peraltro è sprovvisto di Comandante da circa 1 anno e mezzo – evidenzia Gioveni – ci sono solo 26 agenti, di cui 7 con limitazioni e 1 in aspettativa sindacale, per cui quelli operativi sono soltanto 18 in tutta la provincia!
Per non parlare poi – insiste l’esponente di FdI – del personale tecnico che opera nel servizio viabilità dei 1450 chilometri di strade provinciali, che conta solo 69 unità fino all’anno 2024 a fronte delle 472 unità cristallizzate a ridosso dell’anno 2000, determinando quindi il rapporto di solo 1 operatore ogni 21 chilometri contro quello di 1 operatore ogni 3 chilometri di 25 anni fa!
Alla luce di questi numeri da….”ruota del lotto” – conclude Gioveni – ho chiesto direttamente in Aula al sindaco metropolitano Basile, subito dopo l’approvazione dei prossimi atti contabili (Bilanci Consuntivo e Consolidato) di aprire anche alla Città metropolitana la fase dei concorsi per non rischiare di compromettere le attività in capo a Palazzo dei Leoni che già oggi, per bocca di alcuni suoi dirigenti, vengono eseguite col freno a mano tirato.
