Ci sarà ora, come sempre, la girandola dei numeri. A noi non importa nulla. L’abbiamo detto a Torre Faro, l’abbiamo detto il 12 agosto. Lo diciamo oggi. Eravamo una marea.
La Convenzione UNESCO per il Patrimonio Mondiale stabilisce che beni culturali e naturali siti in varie parti del mondo e d’importanza universale debbano essere conservati e preservati quali patrimonio di tutta l’umanità.
Lo Stretto deve essere iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale per la sua bellezza e unicità paesaggistica, geologica e geomorfologica.
L’inserimento nella World Heritage List costituirà un riconoscimento straordinario e implichera’un forte impegno e una chiara assunzione di responsabilità in merito alla protezione di questo Luogo dell’Anima e del Mito.
Inconcepibile e gravissimo proporre di devastare la magnificenza dello Stretto e il tessuto urbano già compromesso di Sicilia e Calabria con la ricorrente Idea del Ponte, struttura inutile e irrealizzabile, priva di un vero progetto esecutivo.
Una proposta arrogante finalizzata solo a tenere in vita e rilanciare un enorme carrozzone clientelare e propagandistico.
Abbiamo dimostrato in queste settimane di mobilitazione che la tutela dello Stretto e la promozione di un Modello per la sua Area, supera gli steccati politici e fa incontrare le persone ben al di là delle appartenenze di schieramento, nel nome della ragionevolezza.
Il sostegno “ideologico” al Ponte sembra esser diventata l’unica idea per il sud di chi non ha mai avuto una sola Idea per il sud e per la Sicilia
Il Ponte peraltro non ha progetto esecutivo e quindi non può avere copertura finanziaria da parte del Governo.
La manovra consiste allora nel tentare di impiegare enormi risorse in chiave propagandistica e clientelare, somme invece indispensabili per affrontare problemi e limiti drammatici che tra la Sicilia e la Calabria restano immutati e irrisolti da sempre.
Rammendare il territorio e il degrado urbano, agire sul dissesto idrogeologico, contrastare e prevenire gli incendi che distruggono ogni estate enormi quote di biodiversità e paesaggio, collegare con strade e ferrovie degne di questo nome le Città della Calabria e della Sicilia sono la vera priorità invece del Ponte.
Non tutti hanno un prezzo e le tante zone grigie di una borghesia amorale
attratta solo dalla gestione delle risorse da investire sull’ immaginifico progetto del Ponte e dai remuneratissimi incarichi professionali da affidare senza tetto di spesa e controlli sulle modalità di selezione, rappresentano oggi il nemico principale da contrastare.
Restano sullo sfondo i profondi dubbi di
costituzionalità sull’iter seguito e lascia sgomenti la mancanza di un vero
dibattito pubblico che coinvolga la popolazione anche attraverso un Referendum consultivo.
Riconoscimento Unesco dello Stretto e Referendum Consultivo saranno la nuova frontiera di un impegno per bloccare sul nascere questa follia.
Giorgia Meloni ci ascolti e tolga il “giocattolo” dalle mani di Salvini e lo faccia prima che il suo richiamo al sogno diventi l’incubo della ennesima, ciclopica e devastante, incompiuta.
Siciliani Liberi al Corteo NO PONTE
Siciliani Liberi ha partecipato con una propria delegazione al raduno ed al corteo “No Ponte”, che si sono tenuti sabato 2 dicembre alle 15:30 a Messina. Il corteo ha attraversato il centro cittadino di Messina partendo da Piazza Cairoli per arrivare a piazza Duomo. Siciliani Liberi insieme ad oltre 70 sigle ha composto il folto corteo che ha visto la partecipazione di oltre 2000 siciliani. “Il No al ponte è un No allo spreco di risorse per una infrastruttura che continua da decenni a “piovrizzare” finanziamenti senza che a questi corrispondano benefici per i territori interessati dall’opera” a dirlo è Massimiliano Sapienza che ha organizzato la delegazione di SL. “Una mangiatoia per società di progettazione e per società che dovrebbero gestire l’iter burocratico. Per la Sicilia solo il miraggio di un’opera che dovrebbe dare impulso allo sviluppo del territorio senza spiegare mai come questo dovrebbe avvenire” continua Carmelo Giannetto che ha coadiuvato Sapienza. Da anni Siciliani Liberi sostiene che ci sono tanti omissis nella propaganda sulla fattibilità e sulla funzionalità dell’ottava meraviglia del mondo contemporaneo. Più che un ponte l’opera, se mai riuscissero a costruirla, diverrebbe il guinzaglio per impedire alla Sicilia di ottenere tutti i vantaggi che l’Europa offrirebbe ai territori marginali e insulari. Il ponte alimenterebbe ancora di più l’immagine di una catena con la Sicilia palla al piede dello stivale. La Sicilia deve tornare ad essere centro del Mediterraneo e hub naturale con una infrastrutturazione portuale e aeroportuale che la ricolleghi al mondo. La Sicilia deve tornare centro di interesse internazionale e non periferia di interessi italiani ed europei. Per questo oggi i Siciliani Liberi marciavano, per una Sicilia centro propulsivo di un mondo che si apre all’Africa e al medio oriente e non il vicolo cieco di una Italia e di un’Europa miopi, che non hanno dimostrato di capire l’enorme potenziale ed il valore che la Sicilia rappresenta.
Nota di Giuseppe Previti Responsabile Ecosezione Messina
Gli uccelli cretini ed il Ponte sullo Stretto
“La realizzazione di grandi infrastrutture è l’unico strumento
valido per il rilancio dell’economia del Paese”, sosteneva Mario
Monti durante il suo periodo d’oro, ma ovviamente si riferiva solo al
Nord. e quindi alla TAV, alla Passante di Mestre, al MOSE e così via.
Il Sud non gli interessava assolutamente. Infatti, assieme a
Passera, provvedeva a cancellare la realizzazione del Ponte sullo
Stretto di Messina, utilizzando anche una evidente “fake news”, la
falsa simulazione, realizzata per dimostrare che la costruzione del
Ponte sullo Stretto di Messina avrebbe determinato, annualmente,
la morte di centinaia di migliaia di uccelli che, stanchi per le lunghe
trasvolate, sarebbero andati a sbattere contro i piloni del Ponte. Un
ulteriore approfondimento dello studio consentì di mettere anche in
evidenza che si trattava di “uccelli cretini”, anche se,
scientificamente, non si è, ancora oggi, riusciti a spiegare il motivo
dell’arrivo a Messina, da tutto il mondo, solo di uccelli con tale
caratteristica. Comunque questo fu l’argomento decisivo( ma
capiamo tutti che rea una scusa ) che costrinse Monti ad archiviare,
definitivamente, il progetto “Ponte sullo Stretto di Messina”.
Continuò, invece, ma questo argomento ovviamente non
interessava più di tanto a Monti, l’esodo dei nostri giovani verso lidi
più accoglienti, perché non solo, in Città, non c’era lavoro ma
perché era stata ammazzata anche la speranza. Poiché, la
migrazione di “uccelli cretini” continuava, le solerti amministrazioni
locali, Comune e Provincia, provvedevano prontamente a spegnere
le luci sul pilone dell’ENEL di Torre Faro, perché disorientava gli
uccelli. Tentavano anche, fortunatamente senza riuscirci, bloccati
dalla nostra decisa opposizione, di impedire ai giovani di praticare il
canottaggio nel lago di Ganzirri.
Se una “battaglia” va fatta, quella riguarda lo spazio temporale
previsto per la costruzione del manufatto. Risorse spalmante
in troppi anni per un’opera che, invece, necessita la realizzazione
nel minor tempo possibile per evitare gli eventuali disagi. Ristori
per gli espropri, anche per chi è subisce solo l’ombra del ponte,
rapidi e giusti per i proprietari; trasporti degli inerti via mare;
formazione della mano d’opera locale da utilizzare; totale copertura
finanziaria delle opere compensative.
Immagino il ponte sullo stretto come un perenne arcobaleno tra le
due sponde, sicula e calabra.
La nostra classe politica nazionale dovrebbe battersi affinchè le
risorse per il ponte non siano dilatati ma sia prevista la totale
copertura della spesa anche attraverso l’uso corretto dei fondi del
PNRR. La norma (legge n.108/2021) in ossequio a quanto ha
stabilito la Comunità Europea, ha previsto che almeno il 40% delle
risorse “allocabili territorialmente, indipendentemente dalla fonte
finanziaria di provenienza, sia destinato alle regioni del
Mezzogiorno”. Ma, in realtà, la gran parte delle risorse, fino ad oggi
stanziate, sono destinate al nord, con finanziamento di opere
importanti in Liguria, Lombardia, ecc. Le leggi scritte sono una cosa
che la realtà contraddice.
Messina 2.12.2023
Nota di Italia Nostra
Ieri, domenica 2 dicembre 2023, circa diecimila persone provenienti da tutta la Sicilia e dalla Calabria, e non solo, sono scese in piazza a Messina per dire NO al ponte sullo Stretto. Il corteo più partecipato dopo quello del 2006. A manifestare, questa volta, oltre alle associazioni culturali e ambientaliste, ai comitati civici, c’erano anche i politici, locali e nazionali, gli studenti e i cosiddetti cittadini “espropriandi”.
E’ indubitabile che il ponte sarebbe una sciagura che va evitata in ogni modo. Il progetto del ponte sullo Stretto è la risposta sbagliata, inutile e dannosa ai problemi del Meridione del Paese. Il Governo non perde occasione per enfatizzare l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina, presentandolo come un’opere green, sicura, moderna, un acceleratore di sviluppo per l’intero Meridione, fondamentale per migliorarne la rete dei trasporti. Il ponte sullo Stretto in realtà è tutt’altro che un’opera green visto che causerebbe un disastro ambientale devastando un patrimonio paesaggistico e naturalistico di enorme valore e attrattività turistica come lo Stretto. Il ponte sullo Stretto è tecnicamente un azzardo considerato il fatto che al mondo il ponte più lungo a campata unica, per il passaggio di treni, tir e auto,è di 1400 metri, mentre quello sullo Stretto di Messina dovrebbe raggiungere i 3300 metri. Il ponte sullo Stretto non risolve il problema della mancanza di una efficiente rete dei trasporti interna alle regioni meridionali e della Sicilia e Calabria, dove vi sono autostrade e strade in pessimo stato: quasi l’80% della rete ferroviaria è a binario unico e oltre il 40% non è elettrificata, per non parlare dell’inadeguatezza di porti e aeroporti. Il ponte sullo Stretto non serve alle aziende del Paese perché non interviene sui problemi strutturali che impediscono agli imprenditori di avere i servizi territoriali adeguati per radicarsi ed espandersi e non assorbe l’enorme disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile presente nel Meridione.
Per questi motivi noi di Italia Nostra riteniamo che il ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenta più una minaccia che un’opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione.
Prof. Leandro Janni, presidente del Consiglio Regionale Italia Nostra Sicilia