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La Biennale D’arte – Nutrire il talento, costruire futuro, Tiano: il valore di una Biennale radicata nel territorio

Un altro modello culturale, innovativo e produttivo, è non solo possibile ma già in atto

A seguire la nota di Franco Tiano, operatore turistico:

Oggi ho partecipato a un evento al Museo Regionale Maria Accascina di
Messina, uno dei numerosi appuntamenti promossi da Gianfranco
Pistorio, Presidente della Biennale, in questo caso in collaborazione
con il Lions Club Colapesce. La valenza culturale e formativa
dell’iniziativa è evidente: basti pensare alla presenza delle classi
di un istituto d’arte specializzato nel restauro, che hanno avuto la
possibilità di confrontarsi direttamente con un professionista del
settore. Tuttavia, non intendo soffermarmi sull’arte in sé, dimensione
per definizione soggettiva e legata alla sensibilità individuale.
Vorrei, invece, porre l’attenzione su un metodo, quello sviluppato e
promosso dal Presidente della Biennale, che sta dimostrando efficacia,
capacità aggregativa e una sorprendente ricaduta culturale. Un metodo
che coinvolge autori e realtà artistiche di Messina, dell’intera isola
e anche del resto d’Italia. A questo punto una domanda è inevitabile:
Messina, che ha di fatto perso Taormina Arte, o meglio si è
auto-esclusa dalle sue dinamiche organizzative generando un nuovo
contenitore privo di reale missione culturale e funzionale più a
logiche di cooptazione politica, può permettersi di sprecare
un’esperienza come questa Biennale? Una manifestazione radicata nel
territorio, capace di esprimerne l’identità e, allo stesso tempo, di
attrarre energie, competenze e pubblico? Dobbiamo lasciarla morire o,
al contrario, sostenerla e trasformarla in un motore culturale
strategico, soprattutto in un periodo autunnale in cui può generare
economia qualificata? Ritengo che la risposta sia chiara: va
rafforzata. Andrebbe persino istituzionalizzata, in una realtà che
consolidi l’iniziativa e garantisca al suo ideatore il ruolo e gli
strumenti necessari per farla crescere, rendendola un progetto
identitario, competitivo e sostenibile. Immagino una Biennale in grado
di attrarre artisti da ogni parte, trasformando Messina in una sede
riconosciuta a livello europeo, e non solo, per la produzione e la
diffusione culturale. Una piattaforma che incentivi gli artisti
messinesi a esporsi, a mostrare le proprie opere in un contesto che
dia visibilità reale ai talenti, colmando quel vuoto di opportunità
che oggi penalizza fortemente chi crea. A Gianfranco Pistorio va
riconosciuto il merito dell’intuizione, dello stile e della competenza
con cui ha valorizzato talenti e contenuti che non possono rimanere
confinati in un orizzonte provinciale. Il suo contributo dimostra che
un altro modello culturale, innovativo e produttivo, è non solo
possibile ma già in atto. Ora sta alla città decidere se sostenerlo
con visione o lasciarlo dissolversi nell’indifferenza.

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