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ATM, Giandomenico La Fauci (Ora Sicilia) interviene sulle dichiarazioni della presidente Grillo

La Presidente Grillo è stata nominata, io sono stato scelto dal popolo e quindi ho il dovere di fare controllo sulle scelte aziendali che riguardano i servizi pubblici

A seguire la  nota del vice presidente supplente del Consiglio comunale, Giandomenico La Fauci (Ora Sicilia)

«Ho fatto richieste specifiche attraverso interrogazioni regolari perché questo è il mio dovere di consigliere eletto dai cittadini. La Presidente Grillo è stata nominata, io sono stato scelto dal popolo e quindi ho il dovere di fare controllo sulle scelte aziendali che riguardano i servizi pubblici.

Ringrazio la Presidente per aver finalmente fornito dati concreti attraverso un comunicato stampa, ma evidenzio che alle mie interrogazioni consiliari regolarmente presentate non sono ancora arrivate risposte formali scritte. Nel rispetto dei ruoli istituzionali, chiedo che i dati e le informazioni fornite via comunicato vengano trasmesse ufficialmente come risposta alle interrogazioni, secondo le procedure previste.

I dati forniti, comunque, confermano esattamente quello che ho denunciato nelle mie interrogazioni: ATM ha progressivamente esternalizzato tutti i servizi essenziali. Carro attrezzi, controllori, gestione delle corse soppresse con logiche che penalizzano il servizio pubblico.

La domanda che pongo è semplice e diretta: quale cittadino ha mai chiesto ad ATM di esternalizzare questi servizi essenziali? Nessuno. Le scelte di esternalizzazione sono state prese unilateralmente dall’azienda senza alcun coinvolgimento della comunità che paga per questi servizi. Non voglio dire che esternalizzare un servizio sia errato a prescindere, ma chi amministra ha il dovere di essere sempre trasparente e rispettoso del mandato, anche quando nominato e non eletto.

La Presidente ha rivelato che gli operatori interni di ATM producevano 0,2 verbali per ora contro gli 1,55 degli esterni. Questo dato, lungi dal giustificare l’esternalizzazione, evidenzia un clamoroso fallimento gestionale. Se i dipendenti interni rendevano così poco, il problema era della gestione aziendale: mancanza di attrezzature adeguate, formazione insufficiente, organizzazione carente.

Invece di investire per risolvere questi problemi e rendere efficace il personale interno, ATM ha scelto la strada più semplice: esternalizzare tutto. Questa non è efficienza, è rinuncia alla funzione pubblica.

La riduzione del 35% delle corse soppresse rispetto al 2024 è un dato che va nella direzione giusta, ma non fornisce il quadro completo. Quante corse vengono ancora soppresse quotidianamente? Perché, dopo anni di gestione, esiste ancora una carenza cronica di autisti che costringe a soppressioni continue?

Come consigliere comunale eletto dai cittadini, continuerò a svolgere il mio ruolo di controllo attraverso interrogazioni e richieste di chiarimento. La trasparenza sui servizi pubblici non è un attacco ad ATM, è un diritto fondamentale dei cittadini che finanziano questi servizi attraverso le loro tasse e i loro abbonamenti.

Non si tratta di cercare visibilità o clamore mediatico, come suggerito dalla Presidente, ma di svolgere con serietà e continuità il mandato ricevuto dal popolo. Chi è stato eletto ha il dovere di vigilare sull’uso delle risorse pubbliche e sulla qualità dei servizi erogati.

Il tema di fondo resta strategico: vogliamo che ATM mantenga la sua natura di azienda pubblica che eroga servizi con personale e competenze interne, oppure accettiamo che si trasformi in un semplice coordinatore di fornitori privati? I cittadini hanno il diritto di conoscere questa scelta e di esprimere il loro parere attraverso i loro rappresentanti eletti.

I dati forniti dalla Presidente Grillo, invece di rassicurare, confermano le preoccupazioni che ho espresso nelle mie interrogazioni. L’esternalizzazione sistematica dei servizi pubblici merita un dibattito serio e trasparente, non può essere liquidata con polemiche personali.

Continuerò a svolgere il mio ruolo di controllo nell’interesse della comunità che mi ha eletto, mantenendo sempre aperto il dialogo con l’azienda ma senza rinunciare al dovere di porre le domande necessarie per tutelare l’interesse pubblico».

 

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