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100 anni dall’Ave Maria di Carmelo Triolo in Cattedrale

Un secolo di devozione in musica: il Duomo celebra il talento riscoperto di Carmelo Triolo

Un’intensa immersione nella memoria storica e artistica di Messina ha caratterizzato l’appuntamento di mercoledì sera in Cattedrale, dove la giornalista Letizia Lucca ha condotto l’evento “Cento anni dall’Ave Maria. Omaggio al compositore Carmelo Triolo”, rievocando l’atmosfera della città di inizio Novecento che, seppur segnata dalle devastazioni sismiche e belliche, pulsava di vivacità culturale e desiderio di riscatto attraverso l’arte. Al centro della rievocazione la figura di Carmelo Triolo, musicista dai natali umili vissuto tra il 1891 e il 1945, il quale, pur rimanendo lontano dalla grande celebrità, seppe esprimere un talento eclettico e raffinato componendo inni patriottici, brani per orchestra, un tango e opere solenni dedicate a figure illustri come la regina Elena e i principi Umberto e Maria José in occasione delle loro nozze. Il momento clou della celebrazione è coinciso con l’esecuzione dell’Ave Maria, opera composta esattamente un secolo fa, nel 1925, come ex voto alla Vergine e destinata alla chiesa di Montepiselli; le note sacre sono risuonate tra le navate del Duomo grazie alla maestria dell’organista padre Giovanni Lombardo e alla voce del tenore messinese Davide Benigno, accompagnate dalla commossa testimonianza di Maria Martinez, nipote dell’artista, che ne ha ricordato la profonda sensibilità umana. La valenza culturale dell’iniziativa è stata ribadita dal sindaco Federico Basile, intervenuto per evidenziare come il recupero di tali testimonianze costituisca un modello virtuoso per le nuove generazioni, mentre l’assessore alla Cultura Enzo Caruso ha arricchito la serata ricostruendo il contesto storico del periodo, descrivendo una Messina in pieno fermento teatrale e musicale. A completare il ritratto dell’artista, il musicologo Demetrio Chiatto ha illustrato il percorso professionale di Triolo attraverso la proiezione di documenti d’epoca conservati dalla famiglia, tra cui spartiti, componimenti poetici e corrispondenze di alto profilo, incluse le lettere di gratitudine dell’ammiraglio Paolo Thaon di Revel e della Casa Reale per le composizioni a loro dedicate.

Pierferdinando Orlandi

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