“Il comportamento dei vertici della Cargill, la multinazionale statunitense che ha
repentinamente deciso la chiusura dello stabilimento di Giammoro con il conseguente
massacro sociale per i 50 lavoratori assunti, è indecente ed insultante. Anche il
comportamento tenuto dall’azienda durante la seduta della Commissione dell’Ars ha
rappresentato una pagina gretta ed indecente. La Cargill si sta assumendo la
responsabilità di perpetrare uno sfregio nei confronti dei lavoratori, delle loro famiglie e
dell’intero territorio che stanno subendo questa assurda decisione che comporterà il
licenziamento delle maestranze. La convocazione del prossimo 5 novembre, a Palermo,
presso l’assessorato regionale alle attività produttive, è certamente utile, ma siamo
assolutamente persuasi della necessità di un contestuale coinvolgimento ed intervento del
ministero delle Imprese e del Made in Italy in quanto la vertenza sta assumendo una
dimensione che richiede l’apertura di un formale tavolo ministeriale. Il primo obiettivo è
quello di salvaguardare tutti i lavoratori, attraverso i dovuti ammortizzatori sociali” lo hanno
affermato Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Tindaro Marchese, segretario
Uiltec Messina.
“Contestualmente, auspichiamo che escano allo scoperto e si ufficializzino i potenziali
acquirenti in maniera tale da smascherare definitivamente la Cargill che, come noto, ha
deciso di chiudere il sito produttivo, di licenziare e mandare sul lastrico 50 lavoratori e, allo
stesso tempo, pretende di non vendere lo stabilimento in maniera tale da eliminare
qualsiasi potenziale competitor. Una pretesa assurda e un atteggiamento piratesco che
evidenziano una cultura aziendale arretrata che non ha nessuna attenzione sociale e
alcun rispetto per le persone. La Uil e la Uiltec non si piegano e nel confermare la linea
della mobilitazione permanente auspicano che la vertenza Cargill non si trasformi in una
definitiva macelleria sociale“ hanno così concluso Ivan Tripodi e Tindaro Marchese.










