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Cultura

Volontariato come “Palestra di pace e democrazia” Al centro del confronto tra terzo settore e istituzioni della terza giornata di EsserCi Festival

Oggi Domenica 26 ottobre, si chiude con la cerimonia del Premio EsserCi dedicata alla parola chiave “Identità”

Messina – Un lavoro “strategico e silenzioso”. Una presenza “disseminata e attiva”. Un
“motore di cambiamento”. Una “realtà che sta cercando un nuovo sguardo”. Una “palestra di
pace e democrazia”. È il volontariato secondo i partecipanti alla tavola rotonda che si svolge
nella terza giornata di EsserCi Festival, promosso dal CESV con il Comune di Messina.
Su “Radici e scelte di futuro: istituzioni e Terzo settore in dialogo. Esserci per
accompagnare la crescita delle comunità e coltivare la pace” intervengono rappresentanti
del terzo settore e delle istituzioni. In un dialogo che identifica valori, principi, azioni,
suggestioni e nodi da risolvere.
Ad avvio dei lavori il Presidente CESV Santi Mondello ricorda che “il volontariato
contribuisce a edificare una società più giusta e coesa”. E il moderatore Giulio Sensi, direttore
editoriale di Vdossier, sottolinea che “abbiamo bisogno di utopie e di calarle nella
quotidianità”.
“I volontari realizzano percorsi di pace per tutte le persone che incontrano”, dice Alessandra
Calafiore, assessora Politiche Sociali e del Volontariato Comune di Messina. “Il volontariato è
un lavoro strategico e silenzioso su cui ogni amministratore comunale dovrebbe puntare. Il
Comune di Messina ci crede, aderisce ai suoi valori e punta sul terzo settore quale motore
del cambiamento sociale”.
“Il volontariato è palestra di pace e di democrazia, perché la pace è un atto quotidiano,
necessita di presenza, dedizione, cura, quotidianità, ascolto”, aggiunge Alessandro Seminati,
direttore di CSVNet, l’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato. "La
pubblica amministrazione ha la grande responsabilità di attuare politiche di pace, tanto più
per chi si occupa di politiche sociali” esordisce Maria Letizia Di Liberti, dirigente regionale
Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali. “Ma non può arrivare ovunque. La
presenza del terzo settore ci permette di raggiungere obiettivi specifici attraverso incontri
capillari su tutto il territorio”.

“La pace – evidenzia Gaetano Giunta, Fondazione Messina – muore sugli squilibri locali e
sociali. Come popolazione mondiale dobbiamo sentirci una comunità di destino, uscendo dai
perimetri che l’umanità si è costruita e aderendo a logiche ecosistemiche complessive. I
volontari donano il proprio tempo per tessere e cucire dimensioni comunitarie, di saperi, di
economie differenti”. E infatti – rimarca Stefano Arduini, direttore di Vita Magazine – “il
bisogno di fare del bene non è la prima ragione per cui si fa volontariato, come ci dice l’ultima
rilevazione ISTAT. Si fa volontariato per la condivisione di ideali, per aumentare relazioni
sociali, cambiare punto di vista, sviluppare coscienza civile. Se vogliamo accrescere la
capacità di penetrazione del volontariato, occorre un cambio di prospettiva, dalla visione
utopica altruistica all’egocentrismo generoso. I volontari non aiutano qualcuno,
contribuiscono a cambiare le cose”.
Non per caso Chiara Tommasini, Presidente di CSVNet, aggiunge: “Pace, giustizia, istituzioni
solide sono i tre goal dell’Agenda Onu 2030. Costruire percorsi di rete è il nostro tentativo di
contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Dobbiamo avere il coraggio di affrontare i
nodi del terzo settore, che sta vivendo un grande cambiamento culturale. Si tratta di
sostenere la costruzione di istituzioni solide e forme di volontariato fluide, ibrido ma molto
organizzato”.
“Il Codice del terzo settore valorizza la creazione di reti non solo organizzative ma
relazionali. Serve cioè – dice Alessandro Lombardi, capo dipartimento per le Politiche sociali,
del terzo settore e migratorie, Ministero del lavoro e delle politiche sociali – un cambio
culturale nel terzo settore che si realizza nel medio periodo ma genera un valore aggiunto sia
a livello locale che nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, valorizzato in particolare
nella co-programmazione e co-progettazione”.
Concorda Federico Basile, Sindaco di Messina. “Il tema della collaborazione è sempre attuale
per un amministratore locale”, sottolinea. “Sono sindaco di una città metropolitana, di tante
realtà diverse che si parlano e quotidianamente devono trovare il modo di collaborare ed
essere comunità. Un senso di partecipazione che in parte si è perso ma si deve recuperare
per far comprendere che serve il contributo di tutti per costruire comunità di pace”.
“In questi giorni – ricorda Michela Gaffo, presidente ASSIF – Associazione Italiana
Fundraiser – abbiamo piantato semi di pace. Tanti piccoli gesti e tante scelte che, se coltivati,
potranno germogliare”. “Volontariato e comunità civile sono il primo baluardo di pace e
democrazia sul territorio”, conclude Sabrina Liberalato, head of Program Department –
Gender  Economic Justice and Resilience presso ActionAid Italia. E fa due esempi: il lavoro
sulla democrazia partecipata della non profit messinese Parliament Watch Italia e il
monitoraggio civico sul PNRR, esempi di “un volontariato civico e politico che presidia i diritti

e i territori. “Necessario fare rete perché l’impatto non lo generano i singoli. Innovazione
sociale non significa cambiare le cose, ma guardare le cose in maniera diversa”.
La riflessione si completa con le parole di Rosario Ceraolo, direttore del CESV Messina. “Il
nostro obiettivo è provare a far convivere le differenze, come sottolineato dal presidente
Mondello. Storie, persone, reti, collaborazioni sono tutte parte di un’unica realtà. Conoscerle,
sostenerne i valori, supportarne il miglioramento significa aiutare l’intera comunità in cui si
vive e si opera. Con il Premio EsserCi finora siamo riusciti a raccontare oltre 80 storie di
volontariato. E continueremo a farlo”.
E proprio la cerimonia finale del Premio EsserCi concluderà EsserCi Festival 2025 
domenica 26 alle ore 17:30 alla Chiesa di Santa Maria Alemanna. Quest’anno sono state
3040 le preferenze espresse per le 38 realtà candidate. I nomi dei vincitori, scelti in base al
numero di preferenze ricevute attraverso la votazione popolare online, saranno resi noti
durante l’evento conclusivo. A vincere il Premio EsserCi saranno 7 realtà non profit, una per
ciascuna delle categorie: “Ambiente e Natura”, “Arte, cultura e spettacolo”, “Diritti e
inclusione”, “Giovani e Futuro”, “Invecchiamento Attivo / Solidarietà Intergenerazionale”,
“Salute e Ricerca”, “Sport e Benessere”. E – a sottolineare l’importanza della manifestazione
– oltre ai 7 premi saranno assegnate anche alcune menzioni speciali.
Il cuore della giornata sarà il tema dell’Identità, settima e ultima parola chiave del Festival,
narrata e vissuta attraverso momenti artistici che accompagneranno le premiazioni. Sarà un
evento conclusivo non solo celebrativo, ma anche generativo: capace di restituire senso al
cammino fatto nei giorni precedenti e di proiettare i partecipanti verso un impegno concreto
nella costruzione di una società più giusta, aperta e solidale. La cerimonia, che avrà inizio alle
ore 17:30, sarà condotta da Gisella Cicciò e Eduardo Abramo, con “Letture di Pace” a cura di
Cecilia Foti, Domenico Barba, Maria Andaloro, Alfredo Reni.

 

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