«Non possiamo assistere in silenzio al rischio di chiusura dello stabilimento Cargill di Giammoro senza mettere in campo ogni iniziativa utile per salvaguardare posti di lavoro, competenze e patrimonio industriale di un intero territorio.»
Così il deputato regionale di Sud Chiama Nord, Matteo Sciotto, che insieme ai colleghi Cateno De Luca e Giuseppe Lombardo ha presentato un’interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore alle Attività Produttive per chiedere interventi urgenti.
«Parliamo – sottolinea Sciotto – di un presidio produttivo strategico per l’economia del comprensorio di Milazzo e della Valle del Mela, un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale per la produzione di pectina da agrumi freschi, know-how raro e prezioso che non può essere disperso. Sono appena tre al mondo gli impianti che producono pectina in questo modo, e quello di Giammoro è tra questi: perdere questa realtà sarebbe un danno incalcolabile non solo per l’occupazione, ma per l’intero sistema industriale siciliano.»
L’interrogazione evidenzia come negli ultimi anni Cargill non abbia mantenuto le promesse di sviluppo e investimento annunciate al momento dell’acquisizione: sospensione delle linee produttive, mancata sostituzione del personale, blocco degli investimenti e, soprattutto, l’incertezza legata alla ricerca di un acquirente, mai concretizzatasi entro la scadenza prevista di settembre 2025.
«Oggi – denuncia Sciotto – ci sono circa cinquanta famiglie lasciate nell’incertezza più totale, dopo aver dedicato anni di lavoro e professionalità a questo stabilimento. È inaccettabile che logiche aziendali legate a strategie internazionali decidano le sorti di un territorio e di comunità intere.»
Per questo il parlamentare chiede alla Regione di convocare con urgenza un tavolo istituzionale con azienda, sindacati, enti locali e governo nazionale, al fine di ottenere chiarezza sul futuro del sito e valutare tutte le soluzioni possibili per garantire continuità produttiva e tutela occupazionale, compresi eventuali modelli di riconversione o gestione ibrida.
«La Cargill è una multinazionale in ottima salute economica e finanziaria – conclude Sciotto – e non si può accettare che chiuda uno stabilimento strategico lasciando dietro di sé solo disoccupazione e deserto produttivo. La politica ha il dovere di difendere con forza il lavoro e il futuro di questo territorio.»
