“Abbiamo deciso di intervenire pubblicamente perché è indispensabile reagire immediatamente alle intimidazioni e chiarire la verità. È sempre stata mia abitudine farlo e continuerò a farlo: davanti a ricostruzioni false e diffamatorie non si arretra di un millimetro.”
Così Cateno De Luca, sindaco di Taormina e fondatore di Sud chiama Nord, replica duramente all’articolo pubblicato oggi dalla Gazzetta del Sud – “Messina, aperta un’inchiesta sui contributi a Sud chiama Nord” – annunciando di avere già dato mandato ai propri legali per nuove querele e di essere pronto a difendere “la mia onorabilità, quella del movimento e delle nostre famiglie in tutte le sedi opportune”.
“Abbiamo già querelato la testata giornalistica per la campagna infamante dei mesi scorsi e procederemo ancora – dichiara De Luca – perché non intendo trovarmi davanti a un pubblico ministero che mi chieda perché non ho querelato chi sostiene tesi e racconta fatti gravissimi. Dopo due arresti e diciotto procedimenti penali ho imparato la lezione: oggi querelo chiunque mi accusi di aver commesso dei reati”
Il fondatore di Sud chiama Nord contesta con fermezza la tesi portata avanti dalla testata, evidenziando come il giornale abbia costruito un vero e proprio teorema mediatico:
“La Gazzetta del Sud scrive chiaramente che esisterebbe una ‘prassi consolidata’ secondo cui chi paga poi riceve un incarico, viene nominato in un posto di sottogoverno, ottiene un appalto o un subappalto nei Comuni di Messina o di Taormina. Questo è il teorema che hanno costruito: ‘paga e ti nomino’. È una frase gravissima e diffamatoria, oltre che totalmente falsa.”
De Luca chiarisce che ciò che il giornale definisce “prassi” è in realtà una previsione statutaria di Sud chiama Nord e di tutti gli altri partiti legittima e trasparente:
“Dal 2022 il nostro statuto – regolarmente depositato alla Commissione di garanzia dei partiti – stabilisce che i nostri eletti e rappresentanti contribuiscano alle attività del movimento con una quota proporzionale dell’indennità percepita. Tutti i versamenti sono tracciati e pubblicati trimestralmente, i bilanci sono depositati e approvati secondo legge. Abbiamo inoltre organizzato eventi e raccolte fondi pubblici, e i nominativi di chi dona sono resi noti come previsto dalla normativa vigente. Insinuare, neanche così velatamente che esiste una prassi ‘paga e ti nomino’ è un fatto gravissimo, un’accusa diffamatoria che respingiamo e procederemo a difenderci nelle sedi opportune. “
Sul presunto caso di “richiesta di denaro” citato nell’articolo, De Luca precisa:
“Il riferimento ai famosi 2.000 euro per ‘velocizzare una pratica edilizia’ è frutto di una lettera anonima arrivata il 20 agosto 2025 al Comune di Taormina. In questa lettera si parlava proprio di quella cifra e siamo stati noi stessi a consegnarla alla Guardia di Finanza perché fossero avviate le verifiche. Questo dimostra il nostro atteggiamento di piena collaborazione con le autorità, esattamente l’opposto di ciò che si vuole insinuare.”
Il fondatore del movimento denuncia inoltre la gravità delle fughe di notizie e della costruzione di processi mediatici:
“L’articolo parla di un’inchiesta ‘blindata’ e riservata, ma poi riporta dettagli su atti coperti da segreto. Se prima non ne ero a conoscenza, oggi lo so grazie alla Gazzetta del Sud. Ma io non ho paura: rispetto il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, e non accetto la spettacolarizzazione giudiziaria né l’uso distorto dell’informazione. Allo stesso tempo, esprimo la mia piena e sincera solidarietà agli organi inquirenti, costretti oggi a vedere compromesso il proprio lavoro da una volgare fuga di notizie che rischia di danneggiare la serietà delle indagini e di inquinare il corretto corso della giustizia.”
De Luca ha infine ricordato il proprio percorso giudiziario e le conclusioni della magistratura:
“Dopo anni di processi e accuse infondate, sono stato assolto con formula piena. La Corte d’Appello di Messina, con ordinanza del 31 luglio 2025, ha riconosciuto la mia ingiusta detenzione e ha scritto nero su bianco che nei miei confronti vi è ‘totale mancanza di afflato criminale’. Questa è la verità giudiziaria. Ma mentre le accuse finiscono in prima pagina, le sentenze di assoluzione vengono sistematicamente ignorate.”
Cateno De Luca conclude ribadendo la propria determinazione:
“Non ci facciamo intimidire né oggi né domani. Difenderò fino in fondo la mia onorabilità, quella del nostro movimento e di tutta la nostra comunità.”
Cateno De Luca
