In un’estate torrida, fatta di notizie roboanti e cronache distratte, rischia di passare in sordina una storia che merita di essere raccontata con voce alta e fiera. Una storia che parte dalla Sicilia, terra di bellezza struggente e accoglienza ancestrale, e che ha come protagonista un piccolo comune di appena 2000 anime: Oliveri, in provincia di Messina.
Eppure, nonostante le sue dimensioni ridotte, Oliveri è oggi sotto i riflettori del mondo. Il suo giovane sindaco, Francesco Iarrera, è tra i 15 candidati al World Mayor Prize 2025, il prestigioso riconoscimento internazionale che ogni due  anni celebra i sindaci più visionari e umani del pianeta. Il tema di quest’anno è tra i più nobili: la lotta alla povertà, con particolare attenzione a quella che colpisce donne e bambini.
Mentre molte grandi città si presentano con bilanci milionari e strutture imponenti, a colpire del sindaco Iarrera è la forza della vicinanza umana. “Come sindaco di una piccola città, Francesco tocca la vita di tutti. È sempre presente per chi ha bisogno”, recita la sua candidatura ufficiale. Ed è proprio questa presenza costante, discreta ma potente, che ha convinto la giuria internazionale a includerlo tra i finalisti.
Fa notizia — o dovrebbe farla — che in mezzo a megalopoli da milioni di abitanti, ci sia spazio anche per un piccolo comune italiano che, come tanti altri, lotta ogni giorno contro servizi insufficienti, bilanci in rosso, spopolamento e mancanza di risorse. Ma Oliveri, grazie alla guida appassionata e instancabile del suo primo cittadino, non ha mai smesso di sognare e di agire. E oggi non solo sogna: è in gara per rappresentare l’Italia e l’umanità intera.
Il World Mayor Project 2025 non è solo un premio simbolico. È un riconoscimento per chi, tra mille difficoltà, non si arrende alla povertà e all’emarginazione. I candidati hanno avviato progetti concreti per restituire dignità a chi l’ha persa. La povertà, ricordano, non è solo assenza di beni materiali: è mancanza di opportunità, di educazione, di salute, di amore. È un’offesa alla dignità umana, che ogni giorno priva milioni di persone del diritto di esistere pienamente.
E in questo, Oliveri e Francesco Iarrera hanno qualcosa da insegnare al mondo. In un’epoca in cui l’apparenza conta più della sostanza, il sindaco siciliano è un sindaco 2.0: vicino alla gente, connesso al territorio, proiettato nel futuro. È un modello che molti altri colleghi stanno iniziando a imitare. Un uomo che si rimbocca le maniche, che ascolta, che costruisce relazioni. Un sindaco che “arriva”, nel senso più profondo e bello del termine: che arriva dove serve, quando serve, senza clamori ma con efficacia.
Tra i candidati al premio ci sono sindaci di ogni parte del globo, da città devastate dalla guerra a capitali che affrontano sfide sociali ed economiche epocali. In particolare, una menzione speciale è stata riservata ai coraggiosi amministratori di Gaza, che, in mezzo alla tragedia, continuano a salvare vite, sfamare i più fragili, dare conforto a chi ha perso tutto.
In questo contesto così ricco di significato, la Sicilia intera dovrebbe sentirsi orgogliosa di avere un suo figlio tra i protagonisti. Francesco Iarrera è la prova vivente che anche da un piccolo comune possono nascere esempi universali. Che anche senza grandi mezzi, si può incidere sulla vita delle persone. Che la vera politica — quella fatta con il cuore e con la testa — può partire da un municipio di paese e arrivare fino ai palazzi del mondo.
Ora spetta a tutti noi sostenerlo. Perché questa candidatura non è solo sua, ma di tutta la Sicilia, dell’Italia dei piccoli borghi, dell’umanità che non si arrende.